Storica Atalanta: l’Europa League è tua 

Monologo nerazzurro: la tripletta realizzata da Lookman stende il Bayer Leverkusen e regala il primo trofeo a Gasperini

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ATALANTA (3-4-2-1): Musso 6.5; Djimsiti 7, Hien 7, Kolasinac 7 (1’st Scalvini 7); Zappacosta 7 (39’st Hateboer sv), Ederson 7.5, Koopmeiners 7, Ruggeri 6.5 (46’st Toloi sv); De Ketelaere 6.5 (12’st Pasalic 6), Lookman 9; Scamacca 7 (39’st Touré). A disp: Carnesecchi, Rossi, Bonfanti, De Roon, Holm, Bakker, Miranchuk. Allenatore: Gasperini.

BAYER LEVERKUSEN (3-4-2-1): Kovar 6; Tapsoba 5, Tah 5.5, Hincapié 5.5; Stanisic 5 (1’st Boniface 5.5), Xhaka 5, Palacios 5 (23’st Andrich 5.5), Grimaldo 5 (23’st Hlozek 5.5); Frimpong 5 (36’st Tella sv), Wirtz 5.5 (36’st Schick sv); Adli 5. A disp: Hradecky, Lomb, Kossounou, Arthur, Puerta, Hofmann, Iglesias. Allenatore: Xabi Alonso.

Arbitro: Kovacs (Rou).
Reti: 12’ e 26’pt, 30’st Lookman.
Note: ammoniti Djimsiti, Wirtz, Scamacca, Zappacosta, Tapsoba, Koopmeiners. Angoli 5-2 per il Bayer.
DUBLINO
La Dea d'Europa. Per una notte il cielo d'Irlanda si tinge di nero-blu, i colori dell'Atalanta che surclassa contro pronostico i campioni di Germania del Bayer Leverkusen - 51 partite in stagione senza mai perdere, fino a ieri - e si aggiudica l'Europa League, primo, storico trofeo internazionale della sua storia. Protagonista assoluto della finale di Dublino, Ademola Lookman: la sua tripletta manda in paradiso i nerazzurri, superiori in ogni duello, e in ogni zona del campo, contro i tedeschi, reduci da una striscia record di partite senza sconfitte. Il 3-0 consacra la squadra di Gasperini come squadra più europea per intensità e mentalità - dopo l'impresa dell'eliminazione del Liverpool - e apre all'Italia la possibilità di una sesta squadra in Champions (la Roma, ma solo se in campionato l'Atalanta arriverà quinta). Nella notte magica di Dublino, paga, dunque, l'azzardo di Gian Piero Gasperini che di fronte alla corazzata Bayer, dominatrice della Bundesliga, decide di ribellarsi al ruolo di vittima sacrificale, proponendo una formazione iper-offensiva. L'ennesima intuizione vincente del tecnico di Grugliasco, che diventa così - grazie a questa vittoria, la n.200 sulla panchina atalantina - il più maturo allenatore a vincere una coppa Uefa. Il modo migliore per togliersi di dosso quell'etichetta di «zero titoli» affibbiatagli dai suoi detrattori. E anche per chiudere con il botto - qualora le voci di un suo prossimo addio si rivelassero vere - il suo ciclo d'oro a Bergamo. Proprio per far posto al 27enne nazionale nigeriano, Gasp retroce Teun Koopmeiners sulla linea di centrocampo, schierando un tridente offensivo, completato da Gianluca Scamacca e Charles De Ketelaere. E il predominio dei suoi soprattutto nella prima frazione gli dà ragione. Non solo davanti, ma anche in difesa, dove Isak Hien cancella Amine Adli e soprattutto Berat Djimsiti, capitano di serata per l'assenza di Marten de Roon, annulla il temutissimo Florian Wirtz. La prima frazione è così un monologo atalantino, per la gioia delirante dei suoi ottomila tifosi, giunti a Dublino, anche tramite scali improbabili (da Tallinn a Tenerife), per l'appuntamento con la storia, la prima finale europea in 117 anni di storia. Fin dai primi minuti il tremendismo atalantino costringe il Bayer - forse in difficoltà psicologica anche per il ruolo di favoritissimo - a giocare in apnea. Primo tempo all’insegna di Lookman, protagonista di una doppietta. Il nigeriano dal cilindro nella ripresa estrae la terza gemma di serata. Un diagonale all'incrocio di rara bellezza, che suggella la prima vittoria italiana di sempre in Europa League. È festa grande, sul campo di Dublino e in contemporanea a Bergamo.
Lorenzo Amuso