Alba, una raffica di avvisi Tari per gli alberghi rimasti chiusi 

In alcuni casi superano 10mila euro. Protestano i titolari: «Estate senza incassi e dobbiamo pagare» L’assessore ai tributi: «Stiamo cercando di trovare una soluzione per risolvere il problema»

ALBA ADRIATICA. Le bollette della Tari si abbattono anche su alberghi e residence rimasti chiusi nel 2020 per motivi diversi. «Non abbiamo prodotto rifiuti, perché dobbiamo pagare cifre che in alcuni casi superano le 10mila euro?»: così un gruppo di operatori di Alba Adriatica, località che nella scorsa stagione estiva condizionata dal Covid-19 ha visto quasi una decina di strutture turistiche, anche grandi, non aprire i battenti per niente.
La decisione di non aprire è arrivata al termine di un dibattito molto acceso e per diversi motivi: «In primavera c’era incertezza sullo spostamento dei turisti a causa delle limitazioni per la pandemia da Covid, quindi sugli incassi, ma anche nella gestione dei focolai e delle misure di sicurezza da prevedere: il rischio d’impresa era enorme, c’era poi la paura che il virus potesse colpire le nostre famiglie e quelle dei dipendenti, c’erano anche problemi logistici in alcuni casi. Questo ha spinto molti operatori a non riaprire le proprie strutture, poi alcuni ci hanno ripensato a stagione inoltrata, ma non tutti». Quindi, l’amara sorpresa delle cartelle della Tari con cifre enormi per chi ha incassato zero, anche al netto delle riduzioni praticate dalla Poliservice. Nemmeno le esenzioni previste dal Comune per il periodo di lockdown da marzo a maggio avrebbero sortito pienamente i loro effetti, vista la mancata comunicazione di inizio attività da parte delle imprese stagionali. «La Poliservice sa bene che ha dovuto smaltire meno rifiuti nel 2020, come è riscontrabile facilmente che le nostre attività sono rimaste chiuse. Il Comune, inoltre, non ha previsto provvedimenti, mentre le associazioni di categoria e le opposizioni consiliari non hanno fatto evidentemente emergere la questione. Il municipio di Alba, però, si sarebbe ora attivato autonomamente per risolvere questa e altre storture nel pagamento della Tari dovute all’emergenza sanitaria. Interpellato sull’argomento, spiega infatti l’assessore al bilancio e ai tributi Simone Pulcini: «Non abbiamo avuto direttamente notizia del problema, ma sappiamo che la Poliservice è stata contattata da alcuni operatori. Non abbiamo nemmeno contezza precisa sul numero delle strutture interessate. Ma siamo già al lavoro per risolvere la criticità. Abbiamo qualche ostacolo normativo da superare, su questa e ancor di più su altre problematiche legate alla Tari, come quelle che colpiscono le attività colpite dalle chiusure della seconda ondata della pandemia. Contiamo ad ogni modo di intervenire nei prossimi giorni». Pulcini non si sbilancia sui dettagli al vaglio, ufficialmente per non creare confusione prima di aver sciolto i dubbi normativi, ma è chiaro che un intervento comunale dovrà arrivare entro il 31 gennaio, quando scadrà il pagamento della seconda rata della Tari.
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