Alta tensione in Comune Il dialogo Italia Viva-Pd è destinato a naufragare 

D’Alberto ribadisce: «I renziani sono fuori dalla mia maggioranza  per i comportamenti avuti dalla rielezione del cda del Ruzzo a oggi»

TERAMO. Le prove di dialogo tra Italia Viva e Pd non rasserenano il clima politico in Comune. L’incontro tra i dirigenti dei due partiti, alleati di governo ma in perenne conflitto a livello locale, non ha avvicinato le posizioni. I renziani continuano a lamentare l’inopinata secondo loro esclusione dalla giunta comunale dopo il rimpasto, con apertura a civici eletti in opposizione, voluto dal sindaco Gianguido D’Alberto. I Dem imputano al partito di Renzi trasversalismi con il centrodestra che hanno prodotto risultati per loro indigesti al Ruzzo, al Bim e per ultimo all’Asp1. Ne è scaturita una pausa di riflessione al termine della quale i dirigenti delle due forze riprenderanno il confronto per arrivare a una conclusione.
Sul possibile rilancio di un’intesa a tutto campo pesano però gli ultimi macigni piovuti sul tentativo di distensione. Al Pd non è andata giù la pesante presa di posizione dei renziani sulla vicenda “lodo Ruzzo’’, ma altrettanto destabilizzante è ritenuta l’uscita di “Teramo 3.0’’, lista i cui consiglieri sono confluiti in Italia Viva e presieduta da Christian Francia, marito dell’ex vicesindaco Maria Cristina Marroni, coordinatrice provinciale del partito dell’ex premier. L’insinuazione di “Teramo 3.0” relativa all’assunzione del fratello di D’Alberto nella cooperativa Nuovi Orizzonti poco dopo che quest’ultima ha ricevuto un incarico dal Comune ha rinfocolato le tensioni. Per il sindaco si tratta di «accuse infamanti», meritevoli di querela, che assumono i contorni di «un atto intimidatorio» nei suoi confronti. «Non ho mai mosso un dito per mio fratello», replica con la voce a tratti rotta dalla commozione, «lavora da tanti anni nel sociale e sono orgoglioso della vita che si sta costruendo». D’Alberto, però, va oltre e ribadisce che considera Italia Viva mai entrata nella maggioranza post rimpasto per i comportamenti tenuti dalla contestata rielezione dei vertici del Ruzzo. Quest’affermazione è considerata apertamente ostile dalla dirigenza renziana, che chiede al Pd di recuperare un ruolo politico preminente in Comune. Per il consigliere e segretario comunale Dem Massimo Speca «Teramo 3.0 è alla fantascienza», mentre conferma che con Italia Viva il confronto va portato sul terreno più ampio dei rapporti di coalizione in altri enti, come emerso dall’incontro tra i dirigenti. Il gruppo Dem rivendica comunque i risultati ottenuti con i suoi assessori Stefania Di Padova, per gli interventi di riqualificazione dei corsi ma anche per il contenimento delle aliquote Imu, e Martina Maranella, per il varo del regolamento di igiene urbana ma anche per quello sulla partecipazione di cui è stato estensore Speca. Sulla questione Ruzzo torna invece Luca Pilotti annunciando verifiche su segnalazioni da parte di utenti che lamentano le difficoltà nella comunicazione dell’autolettura dei contatori da cui deriverebbero costi maggiorati.
Dal deputato grillino Fabio Berardini arriva sostegno nei confronti del sindaco sia per il lodo arbitrale che secondo lui ha confermato l’illegittimità del Cda della società acquedottistica, sia per le insinuazioni di “Teramo 3.0’’. «La battaglia di legalità intrapresa dal sindaco per il contenimento dei costi nei confronti del Ruzzo», fa sapere, «è assolutamente condivisa dal Movimento 5 stelle». Il leghista Ivan Verzilli, però, invita D’Alberto a confrontarsi con i cittadini sulla gestione dell’acquedottio e sulle questioni amministrative irrisolte, sganciandosi da «influenze politiche» in particolare del Pd.
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