Ammanchi sui buoni pasto Assolto uno dei rivenditori 

Tortoreto, era accusato di peculato: per il giudice il fatto non costituisce reato Finisce l’incubo per Guercioni, che chiede le scuse pubbliche del sindaco Piccioni

TORTORETO. Finisce l’incubo giudiziario di Emiliano Guercioni, che esce dalla bufera degli ammanchi sui buoni pasto delle scuole di Tortoreto: l’ex rivenditore è stato assolto dall’accusa di peculato. Per lui la Procura aveva chiesto la condanna a due anni e otto mesi di reclusione e la confisca dei beni sequestrati. Il giudice per le udienze preliminari Roberto Veneziano, però, lo ha assolto perché il fatto non costituisce reato. Mentre l’altro rivenditore dei buoni pasto aveva patteggiato, Guercioni aveva richiesto invece il rito abbreviato. Si attendono ora le motivazioni.
Il procedimento penale era partito da un esposto del 2018 del sindaco Domenico Piccioni, in cui si segnalava un buco di 180mila euro nelle casse comunali a causa dei mancati versamenti da parte dei due rivenditori dei buoni pasto per le mense scolastiche. Piccioni aveva poi comunicato pubblicamente in consiglio comunale la notizia dell’esposto, provocando anche l’avvio di un’indagine della commissione di vigilanza. Nei confronti di Guercioni, però, il Comune si era poi scoperto in debito, anziché in credito, per via delle compensazioni tra gli incassi dei buoni pasto e gli anticipi sui libri di testo. Lo stesso Comune di recente si era ritirato dal procedimento penale, revocando la costituzione di parte civile.
«La magistratura ha restituito a Emiliano Guercioni onorabilità e prestigio», commenta l’avvocato che lo ha difeso, Gianni Falconi, «la forte commozione alla notizia dell’assoluzione ha segnato per lui la fine di un incubo e l’inizio di una vita nuova». L’ex rivenditore dei buoni pasto chiede ora al sindaco Domenico Piccioni «le scuse pubbliche davanti al consiglio comunale».
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