Bosco Martese dove iniziò la Resistenza

Centinaia di persone per i 70 anni della prima battaglia contro gli attacchi nazifascisti. Il messaggio di Napolitano

ROCCA SANTA MARIA. Una splendida giornata di sole ha accompagnato le centinaia di persone arrivate ieri mattina con auto e pullman da tutta la provincia a Bosco Martese, sui Monti della Laga, per partecipare alla celebrazione ufficiale del 70° anniversario della prima battaglia campale della Resistenza italiana, avvenuta in questo lembo della montagna teramana il 25 settembre 1943. Oltre 500 presenze alla manifestazione organizzata dal comitato provinciale di Teramo dell’Anpi-Associazione nazionale partigiani d’Italia, col patrocinio di Provincia di Teramo (medaglia d'oro al valor civile per la Resistenza), Comuni di Rocca Santa Maria e Valle Castellana, Teramo Nostra, Cgil, Bim. Tanti gli studenti, almeno la metà dei partecipanti, in rappresentanza del liceo Délfico e degli istituti Di Poppa-Rozzi e Pascal-Comi e delle scuole elementari di Rocca Santa Maria e Valle Castellana. E soprattutto, insieme alle autorità civili e militari (molti i sindaci e i gonfaloni, così come le rappresentanze delle forze dell’ordine e dei corpi militari), erano presenti alla cerimonia i partigiani Salvatore Tirabovi, Mario De Nigris, Wjlma Badalini. Dopo il raduno al piazzale del Ceppo il lungo corteo si è mosso nel bosco alla volta del Monumento al Partigiano, dove due studenti hanno deposto la corona d’alloro in onore dei caduti. Il segretario provinciale Anpi Mirko De Berardinis ha dato lettura di tre importanti lettere inviate al presidente provinciale Anpi Antonio Franchi: il saluto e l’apprezzamento del Capo dello Stato Giorgio Napolitano per il tramite del suo consigliere militare, il generale Rolando Mosca Moschini; il messaggio del ministro Dario Franceschini; la cordiale missiva di Piero Fassino, sindaco di Torino e segretario nazionale Anci-Associazione Comuni d’Italia. Hanno preso poi la parola Stefania Guerrieri (sindaco Rocca Santa Maria) e Camillo D’Angelo (vice sindaco Valle Castellana) e il presidente del consiglio provinciale Mauro Martino. La relazione storica sulla battaglia è stata tenuta dal docente Roberto Ricci, mentre sui valori della Resistenza si è soffermato Antonio Franchi; a temi di attualità, come l’emergenza lavoro, ha guardato invece l’intervento del segretario provinciale Cgil Alberto Di Dario. Nelle parole di Giovanni Legnini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, la definizione della battaglia di Bosco Martese come il momento più importante, poiché il primo, della Resistenza in Abruzzo. Legnini ha anche annunciato di esser stato nominato da Napolitano nella commissione per le celebrazioni nazionali del 70° anniversario della Resistenza, un progetto in cui inserire anche Bosco Martese. Alla commemorazione di ieri erano presenti, come detto, anche tre partigiani. Il 91enne Salvatore Tirabovi, che combatté a Bosco Martese; Mario De Nigris, prossimo al 90° compleanno, che fu attivo nella vallata del Vomano; Wjlma Badalini, classe 1929, giunta da Genova per partecipare alla cerimonia. Il giorno prima, su invito del comitato teramano di “SeNonOraQuando?”, la partigiana era stata protagonista, insieme allo storico Costantino Di Sante, di un affollato incontro nel ristorante Capolinea, nell’edificio della stazione ferroviaria. Figlia del capostazione Nicola Badalini, commissario politico della formazione partigiana Rodomonti, più volte incarcerato, Wjlma, all’epoca 14enne, fece la spola tra Monte Monaco, nelle Marche, Teramo, Bosco Martese, trasportando a piedi o in bicicletta armi e munizioni (nascoste addosso) e messaggi. «Ma non chiamatemi staffetta, un termine sportivo nato dopo» ha detto «Preferisco partigiana combattente». Otto anni a Teramo, tra il 1941 e il 1948, ricordi vivissimi come il sasso tirato in testa al bambino dispettoso Marco Pannella, le riunioni dei grandi «nella sezione Teramo-Scalo del Pci» (dirimpetto la stazione), e l’orrore della guerra visto coi propri occhi: la fucilazione di otto giovani teramani nel piazzale della Madonna delle Grazie, i bombardamenti alleati nell’ottobre 1943 del treno e del ponte. «Papà prese la bicicletta e andò a cercare il treno, per portarlo in stazione. A noi ragazze disse “non guardate!”. Io invece guardai, e vidi tutto l’orrore della guerra».

Anna Fusaro

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