Buoni spesa, 60 richieste nel primo giorno 

Il Comune attiva un secondo sportello protocollo. Il consigliere Corona chiede modalità più snelle

TERAMO. Sono poco meno di una sessantina le richieste già pervenute in Comune per i buoni spesa destinati al sostegno alimentare di quei cittadini travolti economicamente dall'emergenza coronavirus. A confermarlo l'assessore al commercio Antonio Filipponi, che nel giorno in cui la procedura è diventata operativa ha spiegato come l'ente abbia già iniziato a contattare i negozi e supermercati indicati dai cittadini per le relative convenzioni. «Cinque grandi supermercati si sono già convenzionati», ha detto Filipponi, «e qualche ortofrutta si sta convenzionando adesso. Ci aspettiamo che anche i piccoli esercenti lo facciano rapidamente». E se il sindaco Gianguido D'Alberto, nel sottolineare come la prima giornata di operatività del servizio si sia svolta con una gestione assolutamente ordinata, ha annunciato come già da ieri pomeriggio sia attivo un secondo sportello protocollo al Parco della Scienza, per favorire i cittadini (le domande possono infatti essere presentate via Pec o attraverso l'ufficio protocollo) ed evitare eventuali assembramenti, l'assessore al sociale Ilaria De Sanctis ha spiegato come siano state contattate anche "le associazioni del terzo settore e i sindacati", che faranno da raccordo con i propri iscritti per facilitare le modalità di compilazione e invio delle domande.
CORONA. «Il sistema di assegnazione dei buoni spesa va snellito». Ad affermarlo è il consigliere comunale di “Oltre” Luca Corona che suggerisce all’amministrazione alcuni correttivi al metodo appena deliberato. L’invio della domanda per mail tramite posta certificata, a detta del rappresentante dell’opposizione, rende il sistema farraginoso. «Anziani che non hanno dimestichezza con la tecnologie e nuclei familiari non attrezzati», evidenzia Corona, «rischiano di non poter accedere al beneficio». Il problema, secondo lui, si porrebbe anche perché attualmente le stesse categorie di persone potrebbero avere impedimenti a uscire di casa per consegnare i moduli all’ufficio protocollo. «I disagi potrebbero essere superati con l’attivazione di un numero telefonico dedicato al servizio all’interno del centro operativo del Comune e il ritiro dei moduli affidato, in caso di necessità, agli operatori della Protezione civile», fa notare il consigliere, «ma sarebbe già sufficiente un indirizzo di posta elettronica normale, non certificata, come previsto ad esempio dall’amministrazione di Roseto». (a.m.-g.d.m.)