Cantieri e disagi in centro storico: si accende lo scontro in consiglio 

L’opposizione lancia accuse su ritardi nei lavori e problemi per residenti e commercianti bloccati D’Alberto: «La città vive una fase di cambiamento, le difficoltà saranno inevitabili fino al 2026»

TERAMO . Teramo «città cantiere» fino al 2026. È l’espressione ripetuta ieri dal sindaco Gianguido D'Alberto in consiglio comunale per rispondere al pressing dell’opposizione che ha interrogato la giunta sulla situazione del centro storico, incalzando sui disagi che proprio dai cantieri arrivano. A partire dai parcheggi passando per i siti culturali per finire al decoro urbano. Filo conduttore degli interventi sono stati i lavori, avviati o ancora non partiti, e la loro «mancata programmazione», ha sostenuto l’opposizione. Il primo cittadino e l’assessore Antonio Filipponi hanno risposto ponendo l’accento sul fatto che «la città sta vivendo un momento di forte cambiamento. I disagi sono conseguenze inevitabili in una città che è un cantiere aperto, in ricostruzione, e lo sarà per i prossimi tre anni» ha detto D’Alberto.
L’OPPOSIZIONE
La zona del centro che più soffre in questo momento è piazza Verdi: l’avvio del cantiere dell’ex mercato coperto e l’imminente partenza di quello del Braga hanno stravolto l’area, azzerando quasi completamente i parcheggi e divenendo spesso spazio per la sosta selvaggia. Su questo è intervenuto Pasquale Tiberii (Fratelli d’Italia), che ha denunciato anche un calo di affari per i commercianti e disagi per i residenti: «La sosta di un’ora davanti al cantiere non viene controllata, quindi non c’è ricambio. Temo che quando partiranno i lavori anche per il Braga ci sarà ancora più caos», ha detto il consigliere chiedendo conto anche del destino di via Sant’Antonio. Qui il ritrovamento di mosaici romani ha rallentato molto i lavori di riqualificazione, ora ripresi, e l’opposizione ha interrogato la giunta sia sul fronte viabilità che su quello della valorizzazione dei reperti. Alessio D’Egidio (Azione), ha posto la via come simbolo dell’assenza di un percorso culturale in città «come dimostrano anche gli scavi di piazza Sant’Anna, chiusi da sempre: il mio timore è che via Sant’Antonio diventi una colata di cemento coi tavoli dei bar, in aderenza più a una visione da aperistreet che culturale», ha detto.
CITTà CANTIERE
Su piazza Verdi i margini di manovra, ha detto Filipponi, sono pochi: i cantieri hanno bisogno di spazio e i disagi sono e saranno inevitabili. Per via Sant’Antonio il sindaco ha spiegato che è stato concertato con la Soprintendenza un percorso che «in questa fase vede il ripristino della viabilità, poi la fruibilità dei reperti». La via sarà riaperta entro l’estate con la copertura dei mosaici e la collocazione di pannelli che ne indicano la presenza. Nel frattempo Comune e Soprintendenza lavoreranno a un progetto per collocare vetri calpestabili coi reperti in vista.
CRITICHE IN MAGGIORANZA
Fra le interrogazioni una voce si è lavata anche dalla maggioranza. Quella di Lanfranco Lancione (Insieme Possiamo), critico nei confronti della giunta sul regolamento della partecipazione, sulle deleghe (Team ed eventi) conferite a due consiglieri e sulla gestione della CaFé per la quale ha denunciato l’assenza di personale che ne permetta (come è stato fino a pochi mesi fa coi percettori del reddito di cittadinanza) l’apertura tutto il giorno oltre che la mancata attivazione dell’ufficio anagrafe.
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