Cocaina per la Teramo-bene: quattro anni all’ex magazziniere

L’uomo condannato al termine di un rito abbreviato per la detenzione di un chilo di droga La sostanza stupefacente trovata dalla polizia in una scatola di scarpe nascosta nella sua abitazione

TERAMO. Per gli investigatori era un chilo di cocaina destinata ai professionisti della “Teramo bene” quella che nel giugno dell’anno scorso venne sequestrata nellasua abitazione di San Nicolò.

Un chilo di cocaina per cui ieri mattina Luca Vallese, teramano di 43 anni, incensurato, ex magazziniere, è stato condannato a quattro anni al termine di un rito abbreviato (che prevede la riduzione di un terzo della pena) che si è svolto davanti al gup Domenico Canosa.

Il pm d’udienza Luca Sciarretta aveva chiesto una condanna a 4 anni e 6 mesi. Per l’uomo, assistito dall’avvocato Nello Di Sabatino, il giudice ha inoltre revocato la misura dell’obbligo di firma a cui era sottoposto da sei mesi.

Il blitz degli uomini della squadra mobile diretti da Gennaro Capasso scattò all’alba del 17 giugno dell’anno scorso.

La droga venne trovata occultata in una scatola di scarpe custodita in un stanzino dell’abitazione: tre panetti di cocaina purissima ancora da tagliare per un peso complessivo di un chilo e sessanta grammi. La perquisizione portò a scoprire anche un bilancino di precisione, dieci grammi di marijuana e un bloc-notes ricco di appunti. «Quest’operazione», scrisse all’epoca la questura in una nota, «si colloca nell’ambito di un’attività di più ampio respiro finalizzata, in particolare, alla repressione dei fenomeni delittuosi legati al mondo della droga e al suo dilagare nella realtà cittadina e le cui risultanze investigative svolte in tale direzione hanno consentito di raggiungere apprezzabili risultati».

Subito dopo l’operazione l’obiettivo degli investigatori fu quello di chiarire il canale di rifornimento dell’uomo. Conoscere, cioè, i fornitori di quel notevole quantitativo di sostanza stupefacente trovata nell’abitazione dell’ex magazziniere.

Secondo gli investigatori la droga era destinata al mercato del capoluogo ma anche di alcune località limitrofe.

In particolare, sempre secondo la ricostruzione fatta all’epoca dalla squadra mobile, era per i professionisti della Teramo bene.

Al termine dell’udienza di convalida, svolta il giorno dopo l’arresto nel carcere di Castrogno, il gip Giovanni de Rensis aveva deciso di non applicare la misura della custodia cautelare in carcere, disponendo invece la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Teramo e ordinando allo stesso tempo la scarcerazione dell’uomo accusato di detenzione ai fini di spaccio.

Il gip in quell’occasione non aveva quindi ravvisato l’esigenza di tenere in carcere l’uomo, molto probabilmente in considerazione del fatto che fosse incensurato.(d.p.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA