Colpito da ictus, aspetta 6 ore in pronto soccorso

Odissea al Mazzini. Il nipote: «Un solo medico per decine di pazienti»

TERAMO. «Non ho mai visto niente del genere: decine e decine di pazienti accatastati per ore in pronto soccorso in attesa di essere curati». A parlare è un pescarese, M.D.C., che la vigilia di Natale ha avuto la sventura di portare al pronto soccorso del Mazzini suo zio, con un sospetto ictus.

«Mio zio è arrivato al pronto soccorso alle 13,40 e gli hanno dato un codice giallo. Nonostante avesse un sospetto ictus l'hanno fatto attendere: l'hanno visitato alle 14 passate. Mentre attendevamo, il pronto soccorso si riempiva: i pazienti erano accatastati dappetutto. Abbiamo scoperto che c'era un solo medico a visitare, più due infermieri», racconta M.D.C..

Il medico chiede una Tac per la conferma della diagnosi. «L'abbiamo fatta», incalza il nipote, «e ci hanno "parcheggiati" lungo un corridoio. Siamo rimasti così fino alle 19, ancora in attesa del referto dell'esame. E senza quello potevamo solo fare supposizioni. Alla fine siamo scesi noi in Radiologia a sollecitare il referto. Poi abbiamo dovuto aspettare che scendesse un neurologo».

Alla fine, dopo 6 ore e passa, ottenuta la diagnosi di ictus, il paziente stava per essere dimesso quando glien'è venuto un altro, e alla fine è stato ricoverato. «Per fortuna il secondo gli è venuto quando c'era il neurologo e non durante la lunga attesa, altrimenti ora mio zio sarebbe morto. In quelle ore ho visto cose incredibili», aggiunge M.D.C., «un'anziana era caduta di faccia, perdeva sangue: le hanno dato il ghiaccio e le hanno detto: "Aspetta qua". L'ho vista aspettare ore. Un uomo mi ha raccontato che aveva portato la moglie con forti vertigini alle 6 del mattino: erano le 19 e ancora non si capiva che avesse. Io sono di Pescara e sono molto stupito, oltre che amareggiato: non ho mai visto code del genere. Il pronto soccorso di Teramo mi sembra più attrezzato e pulito di quello di Pescara, ma molto più disorganizzato e senza personale». (a.f.)

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