Cure sbagliate in Sicilia, la salvano al Mazzini di Teramo

Per 7 anni prende medicine per la sclerosi peggiorando fino a non camminare più. Sul web legge di casi trattati a Teramo, dove scoprono che ha un’altra malattia

TERAMO. Dalla Sicilia è venuta a curarsi a Teramo e le è stata restituita una speranza di vita.Sembra paradossale, per una Asl che è al 104° posto in Italia per tasso di emigrazione ospedaliera, almeno stando al rapporto del Sole 24 ore. Ma le fredde percentuali spesso non fanno differenziazioni e tralasciano le eccellenze. Una di queste è rappresentata dalla neurologia del Mazzini.

Ed ecco che le testimonianze raccontano un’altra storia, rispetto alle statistiche. La storia di Maria Carmela Roccaforte, raccontata dal fratello Cirino, è una storia di sette anni di patimenti. Sette anni in cui l è scivolata verso una grave forma di disabilità, e non solo. «Sette anni fa mia sorella», racconta Cirino Roccaforte, «ha iniziato ad avere disturbi della parola, ha fatto un primo controllo con un neurologo a Siracusa, è stata ricoverata in un centro neurologico e poi dimessa. Visto che i sintomi non passavano è andata, sempre in Sicilia, da un altro neurologo di fama mondiale che le ha fatto la diagnosi di sclerosi multipla. L’ha curata per sette anni e ogni anno andava sempre peggio: vedeva doppio, aveva problemi nel camminare, anche di stabilità. Le cose vicine le vedeva lontane e viceversa, tanto che cadeva spesso: si è rotta anche la testa e spaccata più volte i denti». La signora, che adesso ha 64 anni, è stata curata per sette anni con farmaci costosi (ogni confezione costa più di mille euro, a carico del servizio sanitario nazionale) ma senza alcun effetto sulle sue condizioni.

«Il luminare poi le ha prescritto la sedia a rotelle», aggiunge il fratello, «allora io mi sono allarmato e mi sono messo in cerca su internet. Ho letto un articolo su un caso che sembrava disperato, curato dal dottor Gabriele Manente all’ospedale di Teramo. L’ho contattato e lui gentilissimo ci ha dato appuntamento. Siamo venuti a Teramo nel luglio scorso, mia sorella è stata ricoverata 15 giorni in neurologia (diretta da Maurizio Assetta, ndr), dove è stata trattata da tutti con estrema gentilezza e professionalità. Alla fine il dottor Manente ha scoperto che non si trattava di sclerosi ma di vasculite cerebrale immunomediata».

Si tratta di un caso complesso di una malattia abbastanza rara. La paziente è stata sottoposta ad analisi e risonanze particolari, per cui alla fine si è arrivati alla diagnosi. «Mia sorella è arrivata al Mazzini con la sedia a rotelle ed è uscita sulle sue gambe», osserva Roccaforte, «ovviamente le è stata cambiata la terapia. Ora in Sicilia ha rifatto la risonanza e c’è un notevole miglioramento. Certo, ormai ha subito lesioni cerebrali irreversibili: per 7 anni ha assunto medicinali che non solo non l’hanno curata ma forse hanno peggiorato la situazione. Quindi non tornerà più come prima, ma certamente migliorerà, il recupero è già visibile. Io voglio ringraziare il dottor Manente e tutto il reparto: le hanno salvato la vita. E' stato miracoloso, meno male che quel giorno mi sono messo al computer».

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