Fabbricazione illegale di armi: arrestato un invalido di 39 anni 

La guardia di finanza sequestra nove pistole clandestine, munizioni e gli attrezzi di un laboratorio La versione del giovane: «Sono stato costretto da altri a tenerle, non sono in grado di modificarle»

GIULIANOVA. Fabbricazione illegale di armi da fuoco. È con quest’accusa che, alcuni giorni fa, i finanzieri del Gico (gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata) dell’Aquila, con l’ausilio dei carabinieri della compagnia di Giulianova, hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Stefano Brecciarolla, un invalido giuliese di 39 anni. L’ordinanza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Teramo Marco Procaccini su richiesta della Procura della Repubblica teramana.
«L’attività di servizio», si legge in una nota diffusa dal comando provinciale dell’Aquila della guardia di finanza, «giunge al termine di complesse indagini di polizia giudiziaria, durate alcuni mesi, che hanno consentito di sottoporre a sequestro nove armi da fuoco “clandestine” e svariato munizionamento nonché di individuare il laboratorio utilizzato dal soggetto tratto in arresto e sottoporre a sequestro la relativa attrezzatura. L’attività condotta dalle Fiamme gialle dell’Aquila, svolta con l’ausilio, in fase conclusiva, di personale dell’Arma dei carabinieri di Giulianova, ha visto l’utilizzo di molteplici tecniche e strumenti investigativi oltre ad attività di perquisizione e servizi di osservazione, che hanno consentito di individuare e ricostruire le attività illecite perpetrate dal soggetto destinatario dell’ordinanza».
Fin qui la nota ufficiale degli inquirenti. Da altre fonti si apprende che Stefano Brecciarolla era già stato fermato e subito rimesso in libertà l’anno scorso per analoghi motivi, quindi evidentemente l’ordinanza di custodia cautelare appena eseguita scaturisce dallo sviluppo della stessa inchiesta: elementi nuovi raccolti strada facendo hanno consentito alla Procura teramana di chiedere e ottenere dal gip l’arresto dell’indagato. Il quale, ovviamente, al momento resta tale anche se ora è in carcere a Castrogno: la sua eventuale colpevolezza dovrà essere accertata in un processo. Brecciarolla, peraltro, risulta aver già dato agli inquirenti mesi fa la propria versione dei fatti, dicendo che quelle armi gli sono state date in custodia, dietro minacce, da personaggi della criminalità rom di Giulianova e che lui non è in grado di modificarle né tantomeno di fabbricarle, anche per mancanza di strumentazione idonea. Il laboratorio di cui si parla nella nota della Finanza sarebbe l’ex officina artigiana del padre. Brecciarolla è difeso dagli avvocati Filippo Torretta e Tommaso Navarra, che in questa fase preferiscono non rilasciare dichiarazioni. Esclusa, al momento, un’istanza al tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione del proprio assistito.
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