Giulianova, tolti i sigilli alla casa di padre e figlio 

Dissequestrata dopo gli accertamenti del Ris, i due tornano in via Galilei. L’altra figlia racconta al pm le vicende familiari

GIULIANOVA. La selva di telecamere in via Galilei e i fari accesi delle trasmissioni tv scandiscono, almeno per ora, le tappe del giallo della pittrice teatina sparita. Che resta tale anche con due indagati per concorso in omicidio e occultamento di cadavere: l’ex marito Giuseppe e il figlio Simone Santoleri da ieri rientrati nell’alloggio dissequestrato dalla Procura di Ancona dopo gli accertamenti del Ris. E a disposizione dei due è tornata anche la macchina, quella Fiat 600 con cui Giuseppe dice di aver accompagnato Renata Rapposelli a Loreto percorrendo la statale 16.
E mentre i carabinieri continuano a raccogliere testimonianze (quella della figlia dei due e di una vicina che nella trasmissione di Barbara D’Urso ha raccontato di aver intravisto il figlio picchiare il genitore) e a ispezionare la vasta area verde intorno all’abitazione dei padre e figlio, le mosse di inquirenti e investigatori delineano un’inchiesta che con il passare del tempo sembra concentrarsi soprattutto sulle omissioni che in un’indagine penale spesso equivalgono ad aver compiuto qualcosa contro la legge. Si muovono seguendo le tracce lasciate dal cellulare della donna (agganciato per l’ultima volta da una cella telefonica a Giulianova e poi sparito), quelle dei telefonini dei due indagati, quelle delle telecamere disseminate lungo la statale 16 che il padre dice di aver percorso per raggiungere Loreto dopo la lite scoppiata in casa con la ex moglie su un assegno di mantenimento. Versione confermata dal figlio anche al termine del lungo interrogatorio notturno avvenuto nella caserma dei carabinieri di Ancona. Interrogatorio che per i due è iniziato nella veste di persone informate sui fatti ed è finito come indagati per omicidio (e ida ieri al difensore Gianluca Carradori si sono affianciati anche i legali Gianluca Reitano e Alessandro Angelozzi). Per ora il fascicolo è di competenza della Procura di Ancona (Andrea Laurino è il pm titolare) visto che la denuncia per scomparsa è stata presentata nella città dorica, ma non si esclude che nelle prossime ore possa arrivare a quella teramana. Un passaggio che, in assenza dell’individuazione del luogo del fatto o della scoperta di un corpo a cui ancorare la competenza dell’autorità giudiziaria, potrebbe essere spiegata con l’applicazione del comma secondo dell’articolo 9 del codice di procedura penale che così recita: «Se non è noto il luogo indicato nel comma 1 (ovvero dove è stato consumato il reato (ndr), la competenza appartiene successivamente al giudice della residenza, della dimora o del domicilio dell’indagato».
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