lo dice il direttore dei laboratori 

Gran Sasso, serviranno mesi per togliere le sostanze tossiche

TERAMO. Dopo l’incontro con il commissario per l’emergenza Gran Sasso, Corrado Gisonni, i rappresentanti dell’Osservatorio indipendente sull’acqua del Gran Sasso hanno incontrato all’Aquila il...

TERAMO. Dopo l’incontro con il commissario per l’emergenza Gran Sasso, Corrado Gisonni, i rappresentanti dell’Osservatorio indipendente sull’acqua del Gran Sasso hanno incontrato all’Aquila il direttore del Laboratorio di fisica nucleare Ezio Previtali.
L’incontro è servito per fare il punto sulle attività di dismissione di due esperimenti in particolare, Borexino e Lvd, che dovrebbero comportare finalmente la rimozione dai laboratori sotterranei del Gran Sasso di sostanze pericolose per l’acquifero. La rimozione delle sostanze doveva avvenire entro il 31 dicembre 2020 (in origine la data indicata dalla Regione era stata 31 dicembre 2019). Il direttore, si legge in una nota, «ha evidenziato la complessità delle operazioni necessarie. Per quanto riguarda l’esperimento Borexino, è stata completata la procedura di gara il 17 marzo 2021 per un importo di circa un milione di euro e, in base ai tempi dettati dal codice degli appalti, la scelta della ditta che effettuerà gli interventi dovrebbe avvenire entro la fine di aprile. Per l’allontanamento dello pseudocumene saranno necessari circa 62 trasporti e quindi 62 giorni (è possibile un trasporto al giorno) per rimuovere tutta la sostanza. Una volta avvenuta la rimozione sarà necessaria la rimozione dell’acqua utilizzata durante la procedura, a sua volta contaminata, e un doppio lavaggio del contenitore: serviranno perciò complessivamente oltre 120 giorni.
Tempi ancora più lunghi per la dismissione dell’esperimento Lvd, la cui gara per l’affidamento della rimozione è in fase di definizione. In ogni caso lo smantellamento inizierà solo quando quello di Borexino sarà in via di completamento. La struttura per il trasporto dei tank che costituiscono l’esperimento richiederà la realizzazione di interventi secondo standard di sicurezza molto vicini a quelli utilizzati in impianti nucleari».
L’Osservatorio, pur apprezzando la disponibilità del direttore Previtali, ha osservato come il tutto«proceda con ritardo rispetto a quanto più volte annunciato e indicato. Abbassare il rischio è fondamentale quanto attuare la messa in sicurezza definitiva dell’acquifero».