Il post ballottaggio a Teramo, Brucchi: non mi sento un sindaco più debole

Il sindaco rieletto: "La mia vittoria è storica, il vento nazionale e regionale tira altrove"

TERAMO. Il giorno dopo la lunga notte del ballottaggio il confermato sindaco di Teramo Maurizio Brucchi non è più l’esagitato Mr. Hyde visto su tutte le tv mentre festeggiava con toni e modi da ultrà la vittoria elettorale, ma è tornato ad essere il serissimo Dr. Jekyll di sempre. Una cosa è certa: certe sue frasi infelici rimbalzano e rimbombano sul web, dove in tanti scrivono di non sentirsi rappresentati da uno che ha urlato «buffoni» ai suoi avversari. È certo anche che Brucchi un po’ si sia pentito di quello che ha detto. Ma è troppo orgoglioso per fare un vero e proprio “mea culpa”. Così nel pomeriggio diffonde una nota che recita: «Desidero ringraziare tutti i cittadini teramani che ieri si sono recati alle urne per il turno di ballottaggio. E' stata così scritta una significativa pagina di democrazia, con la quale si è riconfermato il principio della sovranità popolare che sostanzia tutte le attività delle istituzioni. Ringrazio contestualmente gli elettori che hanno voluto confermarmi nella carica di sindaco, che ora andrò ad esplicare nella rinnovata consapevolezza del compito a me assegnato.Abbiamo dato vita ad una campagna elettorale basata sui temi da proporre agli elettori, comunque difficile, ma condotta con equilibrio e rispetto degli avversari, come non sempre è avvenuto da parte di altri; e se nella serata di ieri sono emerse alcune frasi fuori dalle righe, credo ciò possa essere compreso nel clima di euforia e tensione in cui sono state pronunciate». Insomma: toni distensivi, ma anche autoassolutori. Intervistato dal Centro, Brucchi dice qualcosa di più.

Sindaco, stanotte ha fatto una pessima impressione.

«Ho sbagliato qualche frase, infatti ho mandato un sms di scuse a Manola, questa cosa del Consorzio agrario me la potevo risparmiare. Ma la tensione c'era, perché mi hanno toccato gli affetti familiari. Mia moglie è stata messa sulla piazza in più occasioni per il lavoro che svolge alla Team. Io in campagna elettorale certi argomenti non li ho utilizzati, ho fatto una campagna elettorale correttissima, sui contenuti e non sulle promesse di poltrone. Agli altri è tutto permesso e a me no?».

Quindi non si rimangia nulla?

«Ripeto, con Manola mi sono scusato. Comunque sì, mi dispiace per certe frasi. Ma la gente sa come sono davvero, ero sotto stress perché è stata una campagna durissima e infatti ho bisogno di ricaricare le batterie, mi prendo una settimana di libertà».

Non molto intelligente strategicamente sparare a zero sul neo governatore D’Alfonso. Così lei isola Teramo più di quanto non lo sia già.

«Ma tu governatore non puoi dire "se vince Brucchi perde Teramo". E aspetto ancora il telegramma di risposta di D'Alfonso ai miei complimenti dopo la sua elezione. Spero che torni ad essere il governatore di tutti gli abruzzesi, perché fino a venerdì non lo è stato, e dia a Teramo quello che le spetta. Altrimenti sono pronto a mettermi la fascia e a protestare sotto l’Emiciclo».

Diciamo la verità. Lei era teso non tanto per la campagna degli avversari quanto per la beffa del primo turno (le sono mancati solo 135 voti), la perdita di consensi rispetto al 2009 e magari anche l’appoggio scarso di qualche alleato.

«Se la volete interpretare così, fate voi. L’alleato in questione chi sarebbe?»

Paolo Tancredi si è visto poco in campagna elettorale.

«Ma io ieri sera ero proprio da Tancredi a seguire lo spoglio. Ognuno ha dato il suo contributo».

Quello di Gatti è apparso preponderante. L’asse del centrodestra teramano si sposta sempre più verso Gatti?

«La lista di Gatti era molto forte, stop».

Torniamo sui numeri, che dicono che lei ha perso migliaia di voti rispetto al 2009 ed è andato peggio delle sue liste. Non si sente un sindaco più debole di prima?

«Avrò una maggioranza di 20 consiglieri. I numeri dicono che ho reso meno, ma avete visto quanti sindaci sono stati riconfermati in Italia? Di centrodestra solo tre, la mia è una vittoria storica. Cattaneo di Pavia era il primo sindaco per gradimento nella classifica del Sole 24 Ore e non è stato confermato. Certamente amministrare in questo momento non è facile e può togliere consensi, ma credo che abbiamo fatto un risultato strepitoso con un vento nazionale che tirava al centrosinistra, Renzi al 41% in Europa, D'Alfonso che ha stravinto in Abruzzo. Non era facile, lo avevamo capito andando in giro e infatti Manola ha fatto un ottimo risultato. Ci eravamo dati un 54 per cento al ballottaggio, poi del netto calo di presenze ai seggi abbiamo risentito più noi».

Risultato storico, risultato strepitoso... Qualcuno potrebbe obiettare che avete battuto un’armata Brancaleone, un centrosinistra mai così debole e diviso a Teramo.

«Non è vero, ricordo che ero solo contro tutti. Il 7 per cento di Pomante e il 4 della Cordone non contano niente? Io dico che ho fatto un grande risultato».

I grandi obiettivi per il secondo mandato?

«Ridurre la tariffa sui rifiuti, rifare il teatro – progetto e soldi già ci sono – e migliorare le manutenzioni. Certo che è dura, nei primi sei mesi dell’anno sono entrati solo 200mila euro di Bucalossi e alla fine del 2014 ne entrerà la metà dell’anno scorso. Comprare una macchina che rifà gli asfalti? Sì, la cosa l’abbiamo già valutata. Vediamo se ci sbloccano la possibilità di fare dei mutui...».

Ridurrà il numero dei dirigenti?

«Ne abbiamo sei e non si possono mandare via. Certamente la macchina amministrativa va rivista e adeguata ai tempi».

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