Infermiere di psichiatria assolto, non violentò le pazienti

"Non c'è prova della violenza sulle pazienti di Psichiatria". Così il giudice del tribunale di Teramo ha assolto Oliviero Cruciani, 52 anni di Teramo, dall'accusa di aver molestato due giovani donne

TERAMO. Assolto l'infermiere: non c'è prova della violenza sulle pazienti di Psichiatria. Una camera di consiglio record, di appena mezz'ora, ha scritto la parola fine alla vicenda giudiziaria di Oliviero Cruciani, 52 anni di Teramo, imputato per due anni di una accusa infamante per la quale il pm Bruno Auriemma aveva chiesto 3 anni di reclusione.

In servizio nel reparto di Psichiatria dell'ospedale Mazzini di Teramo, dal quale era stato anche sospeso per due mesi, l'infermiere era stato dencunciato da due pazienti che, però, secondo il collegio presieduto dal giudice Giovanni Spinosa, sono risultate inattendibili.

In aula, nella penultima udienza, aveva testimoniato una psichiatra, chiamata a pronunciarsi sull'attendibilità delle due pazienti che hanno denunciato l'infermiere. Secondo la psichiatra le due giovani in quel momento erano depresse ma non in una fase maniacale della malattia, per cui a suo parere risultano attendibili. Ma Cruciani, rientrato al lavoro dopo il periodo di sospensione disposto dal gip, ha sempre negato l'accusa.

Secondo la denuncia delle due giovani donne, ricoverate l'anno scorso nella psichiatria del Mazzini perché colpite da una depressione associata ad anoressia e bulimia, l'infermiere le avrebbe avvicinate mentre erano a letto, imbottite di farmaci e quindi con una ridotta capacità di reazione, e avrebbe preso loro le mani, passandosele poi sulle parti intime. Il gesto sarebbe stato isolato e rapido. In un'altra circostanza, sempre secondo l'accusa, l'uomo si sarebbe chiuso con una delle due ragazze in sala mensa e si sarebbe abbassato la chiusura dei pantaloni. Gli episodi sarebbero stati subito denunciati dalle pazienti sia alla caposala che a uno dei medici del reparto, tanto da portare all'apertura di un procedimento disciplinare interno.

Nell'interrogatorio, reso in fase istruttoria, l'infermiere in sostanza si era difeso così: «Quelle due pazienti non mi interessavano. Una è brutta e l'altra aveva l'alito che puzzava».

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