L’enogastronomia traina il commercio 

Saldo attivo tra aperture e cessazioni grazie alla somministrazione ma anche ad artigianato, studi medici e agricoltura

TERAMO. Enogastronomia, artigianato e agricoltura sono i settori che più caratterizzano il commercio teramano, che sembra così indirizzarsi verso un percorso ben preciso, simile a quello già da tempo intrapreso da altre città medio piccole. La misura di questa tendenza arriva dai dati del Suap (lo sportello unico delle attività produttive) del Comune di Teramo, che nel 2023 ha registrato 124 nuove aperture di attività commerciali a fronte di 18 chiusure definitive. Un dato che «descrive la vivacità della nostra città, nonostante le difficoltà legate anche ai cantieri e alla ricostruzione. Una vivacità che trova soprattutto nella somministrazione una spinta sempre maggiore», commenta l'assessore al commercio Antonio Filipponi. Spinta che, tradotta in numeri, vede fra le 124 nuove aperture del 2023 ben 17 attività legate alla somministrazione di alimenti: dai bar ai ristoranti a locali che si concentrano su offerte enogastronomiche precise. Sempre nel corso dello scorso anno sono state sei le attività di somministrazione che hanno chiuso i battenti sul territorio comunale (un terzo delle chiusure totali), ma «il saldo fra cessazioni e nuovi avvii è positivo», prosegue Filipponi, che sottolinea: «Questo trend delinea un quadro chiaro di dove la città, le preferenze dei consumatori e l'intuito degli imprenditori, spesso molto giovani, si concentrino: una vocazione enogastronomica nella quale come amministrazione abbiamo sempre creduto e che abbiamo sostenuto. Dalle manifestazioni dedicate al food all'organizzazione di eventi culturali, abbiamo contribuito ad aumentare il flusso di presenze sul territorio e quindi a spronare la nascita di nuove attività in questo settore» prosegue l'assessore.
Intanto gli investimenti nel settore della somministrazione stanno caratterizzando anche questa prima parte del 2024: nelle ultime settimane, infatti, nuove attività enogastronomiche hanno aperto i battenti in via Vittorio Veneto affiancando quelle già esistenti da decenni. «Un segnale più che positivo, che rende il centro storico variegato nelle proposte e sempre più accogliente soprattutto per i visitatori», aggiunge Filipponi. Fra le 124 nuove aperture del 2023 si registrano 20 attività artigianali (soprattutto servizi alla persona), 37 studi medici – nella categoria rientrano anche fisioterapisti, nutrizionisti, psicoterapeuti e altre figure specialistiche – e 20 del settore agricolo, «nel quale grazie a fondi regionali ed europei cresce la volontà di investire da parte dei piccoli imprenditori locali», prosegue l'assessore.
Ma ci sono realtà commerciali evidentemente in affanno e che contano numeri sempre più modesti, sia in termini di nuove aperture che di guadagni: abbigliamento, calzature e oggettistica sono fronti che scontano già da alcuni anni l'onda lunga e travolgente dell'e-commerce. «Questo è un problema che Teramo paga come tutte le altre città: il commercio online ormai ha conquistato una fetta di consumatori larghissima che lo trova conveniente, veloce e con vasta varietà di scelta», commenta Filipponi, «è una questione che va affrontata in termini più ampi, non solo a livello locale. Ciò che riscontriamo, e ci fa ovviamente piacere, è che alcuni segmenti dell'abbigliamento a Teramo continuano ad andare bene, come quello del lusso e delle grandi firme. Stesso discorso per l'oggettistica di lusso».
L'assessore infine invita a una riflessione, figlia delle molte polemiche che, soprattutto negli ultimi mesi, si susseguono proprio circa la crisi del commercio in centro: «È vero che ci sono difficoltà legate ai parcheggi, e le stiamo risolvendo, ed è vero che ci sono tanti cantieri che rendono più difficoltosa la vivibilità della città. Ma è altrettanto vero che Teramo sta cambiando: molti cantieri sono legati al sisma, siamo una città in ricostruzione e questo va tenuto in considerazione. Ben vengano le critiche costruttive, ma dobbiamo collaborare tutti per il medesimo obiettivo: il bene della città. E il percorso, per via della ricostruzione e di decenni di trascuratezza, ha le sue difficoltà. Ma porterà a importanti benefici», conclude Filipponi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA