La Facta è il traino dell’export teramano 

Nell’ultimo trimestre del 2017 il settore farmaceutico provinciale ha venduto all’estero merce per 599 milioni

TERAMO. Un exploit fenomenale. Da anni ormai la Facta farmaceutici di Sant’Atto procede a gonfie vele. Ma nel 2017 l’azienda che fa parte del gruppo Acs Dobfar di Milano ha fortemente influenzato le statistiche dell’export. Non ha un nome conosciuto sul mercato perchè è in effetti contoterzista: produce farmaci, in particolare antibiotici, per tutti i grandi marchi. La Facta esporta in tutto il mondo, dall’Europa, all’Asia, all’America latina.
Una indagine condotta su dati Istat da Aldo Ronci per la Cna testimonia il balzo in avanti dell’azienda. «La notevole impennata del made in Abruzzo ha avuto nel 2017 un andamento stagionale tutt’altro che omogeneo ed uniforme», spiega Ronci, «se nei primi tre trimestri la crescita è stato piuttosto lenta e flebile, con incrementi di 21, 56 e 64 milioni, il periodo tra ottobre e dicembre ha fatto letteralmente saltare il banco, con una esplosione di 696 milioni di euro in più, gran parte dei quali (599) procurati proprio dalla strepitosa impennata del settore farmaceutico dell’area teramana. Farmaceutico, dunque, decisamente uber alles, con un primato che si riverbera anche sui risultati conseguiti nelle quattro province abruzzesi. Perché se a Pescara l’aumento è di 11 milioni di euro, all’Aquila di 52 e a Chieti di 67, nel Teramano “esplode”, proprio grazie al polo farmaceutico, fino a quota 707 milioni». E settore farmaceutico in provincia vuol dire soprattutto Facta. Anche se, a dire il vero, a Roseto c’è un’altra azienda che fa ottime performance, anche se non produce propriamente farmaci: è la Liofilchem che produce sistemi di identificazione microbica e antibiogramma, dischi antibiotici in cartucce e terreni di coltura disidratati.
Comunque sia, non esiste un vero e proprio polo farmaceutico, ma realtà isolate che però vanno a gonfie vele. La Facta, che ha già messo in atto un aumento della superficie produttiva nello stabilimento di Sant’Atto, prevede l’anno prossimo di aprire un’altra sede a Castellalto. Si tratta ancora solo di un progetto, che sarà messo in atto dopo un cambio di assetto societario: entro quest’anno si procederà a una fusione per incorporazione con la casa madre Acs Dobfar. Un passaggio che non dovrebbe portare grossi cambiamenti nello stabilimento teramano, che già dà lavoro, fra fissi e interinali a più di 200 dipendenti. L’unica incognita potrebbero essere i dazi che Trump può estendere anche alle importazioni di farmaci negli Usa: parte delle esportazioni del gruppo di cui fa parte la Facta sono dirette negli Stati Uniti. Secondo lo studio Cna l’export verso gli Usa dei prodotti farmaceutici del Teramano ha contribuito per 602 milioni (75%) al flusso di merci dall’Abruzzo verso quest’area.
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