il giallo di tortoreto 

La mamma di Giulia Di Sabatino manda una lettera al Papa

TORTORETO. Non si è mai arresa e mai lo farà nell’inseguire la verità sulla morte di sua figlia Giulia precipitata a 19 anni da un cavalcavia dell’A14, a Tortoreto. Ha scritto al presidente della...

TORTORETO. Non si è mai arresa e mai lo farà nell’inseguire la verità sulla morte di sua figlia Giulia precipitata a 19 anni da un cavalcavia dell’A14, a Tortoreto. Ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha organizzato sit-in davanti al tribunale e cortei di protesta.
In questi giorni Meri Koci, la mamma di Giulia di Sabatino, ha scritto a Papa Francesco per chiedere di ricordare nelle sue preghiere «le persone uccise e di proteggere i familiari che soffrono in silenzio nell’indifferenza». Meri e suo marito Luciano sono convinti che Giulia sia stata uccisa e in questi anni si sono sempre opposti alla richiesta di archiviazione della Procura (accolta dal tribunale) e hanno chiesto più volte la riapertura delle indagini. «La violenza è un problema di matrice culturale, non possiamo più nasconderci dietro ad un dito o affermare che la cosa non ci sfiori», ha scritto la donna nella sua lettera al pontefice. Perché ogni procedimento giudiziario è una successione di atti che scandisce tragedie. Quelle di chi non c’è più, quelle di chi resta a inseguire verità. Come nel caso di Giulia. A cinque anni dai fatti e dopo l’archiviazione, la Procura ha detto no alla riapertura delle indagini chiesta dai genitori della ragazza convinti che si sia trattato di un omicidio. Per gli inquirenti resta un suicidio, senza la necessità di disporre ulteriori indagini oltre a quelle già fatte. Ma mamma Meri non si arrende.(d.p.)
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