La siccità fa impennare i consumi Il Ruzzo: non ci sarà emergenza 

Il direttore Stirpe: «La mancanza di precipitazioni non influisce sulla portata delle sorgenti Con il bel tempo si usa il 50% di acqua in più, ma con attente manovre la rete resta in equilibrio»

TERAMO. Un inverno così siccitoso in pochi lo ricordano. L’assenza di precipitazioni e le alte temperature aumentano i timori su una possibile carenza idrica, soprattutto la prossima estate.
Un timore in parte smentito dal Ruzzo, che però pone l’accento su un altro fenomeno in corso, legato a questo inverno particolarmente secco. «Il problema riguarda i consumi d’acqua, che sono molto più bassi quando piove», spiega Pierangelo Stirpe, direttore generale del Ruzzo, «si tenga conto che solo 2 litri vengono usati per bere, il resto è per usi terzi, in parte sbagliati, tipo innaffiare giardini e lavare auto. Alla fine si arriva a 200 litri consumo pro capite giorno, che scende invece di più del 50% quando piove». Il problema, dunque, è lo spreco idrico che aumenta notevolmente con il bel tempo.
Il fatto che non piova, invece, non causa in maniera diretta la riduzione della portata delle sorgenti. «Le sorgenti non risentono della pioggia», osserva infatti il direttore generale dell’azienda acquedottistica, «la vera riserva che possiamo avere è la neve, ma le dinamiche di accumulo non solo lineari, passano un paio d'anni prima che si possano avvertire gli effetti di una nevicata sulle sorgenti. In pratica fra due anni, se avremmo avuto un inverno molto poco nevoso, potremmo avere problemi».
Sono dinamiche, comunque, in fase di studio. Stirpe informa che l’acquedotto del Ruzzo recentemente ha stretto un accordo quadro con il Dipartimento di fisica dell'atmosfera dell'Università dell’Aquila per analizzare la correlazione fra eventi atmosferici e carenze idriche. «Bisogna sempre invitare i cittadini a fare un utilizzo coscienzioso della risorsa idrica: evitando al massimo tutti gli sprechi. Se il cittadino ne facesse un uso più responsabile, anche il costi in bolletta sarebbero minori», puntualizza il direttore generale.
Discorso collegato, che garantirà una piena fornitura d’estate riguarda gli investimenti sulle reti: «Stiamo potenziando quelle che dalla montagna arrivano al mare e quelle della costa. Il nostro acquedotto ha una architettura ad anello e il punto finale, quindi il più debole è la Val Vibrata: quando c'è meno acqua o si utilizza più acqua, come d'estate, chi ne risente è punto terminale. Siamo in fase di gare d'appalto». Stirpe si riferisce all’appalto per rifare la condotta litoranea nel tratto Giulianova-Martinsicuro. In sostanza un tubo da 60 centimetri sostituirà uno da 35, aumentando dunque l’afflusso d’acqua. La spesa è da 18,5 milioni, di cui quasi 14 finanziati col Masterplan e il resto a carico della tariffa del Ruzzo. E poi c’è la condotta lunga 30 chilometri e con un diametro da un metro e 20 centimetri che consentirà di aumentare la portata dell’acqua da Villa Vomano a Giulianova. Arriverà a Mosciano dove ci sarà un mega serbatoio da 30mila metri cubi che corrisponde a 30 milioni di litri di acqua accumulata. Da qui partiranno due condotte, una da 70 e una da 80 centimetri: la prima approvvigionerà Giulianova, l'altra la litoranea. Infine il cosiddetto “campo pozzi” per prelevare l'acqua profonda in Val Vibrata: «La Vibrata così avrà una rete propria risolvendo i problemi». Ma tutto questo non sarà nell’immediato. «Intanto abbiamo potenziato il monitoraggio della rete da remoto, con uno studio continuo su serbatoi, sorgenti e su tutti i punti di accumulo. Grazie a questo l'estate scorsa, tranne rari casi, siamo riusciti a garantire l’acqua: con manovre nella rete riusciamo a precedere la potenziale carenza e a portare acqua nei punti più deboli. Questo si riesce a fare con esperienza e competenze».
Sempre a breve giro il Ruzzo sta «cercando di avere l'autorizzazione per prelevare dall'invaso di Piaganini, che risente meno degli eventi atmosferici, ad ha un'acqua migliore». E alcune autorizzazioni già ci sono.
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