La Val Fino resta zona rossa I sindaci: così l’economia muore 

Gli amministratori di Castiglione, Bisenti, Arsita, Castilenti e Montefino avevano chiesto la revoca «Calano contagi e vittime, dobbiamo tutelare i posti di lavoro e per questo firmeremo autorizzazioni» 

TERAMO. I numeri di vittime e contagi danno tregua, ma la zona rossa della Val Fino dopo 40 giorni resta ancora in vigore. L’ordinanza del governatore della Regione Marco Marsilio (con cui ha revocato quella vestina) è arrivata al termine di una giornata in cui i sindaci di Montefino, Castilenti, Arsita, Bisenti e Castiglione Messer Raimondo hanno messo a punto una linea comune che è quella dell’agire. Perché fino all’ultimo hanno sperato in una revoca. «L’istituzione della zona rossa ha sicuramente portato dei benefici nel contenimento dell’emergenza sanitaria», dice il sindaco di Bisenti Enzino De Febiis, «e noi lo sapevano a tal punto che siamo stati noi ad insistere per averla. Proprio in virtù dei miglioramenti arrivati noi amministratori avevamo chiesto alla Regione di rivedere il provvedimento con l’obiettivo di salvaguardare la nostra economia fatta di tante piccole aziende e imprese oggi bloccate. Alla luce di quello che è stato da amministratori ci assumeremo la responsabilità, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza, di autorizzare gli spostamenti di persone che devono lavorare perché passata l’emergenza sanitaria il nostro territorio potrebbe essere travolto da una crisi economica senza precedenti».
Nell’ordinanza regionale a motivare il mantenimento della zona rossa viene citato il parere negativo della Asl teramana che, relativamente ai comuni della Val Fino, evidenzia «con particolare riferimento alle considerazioni di natura epidemiologica, sotto il profilo igienico sanitario e di tutela della salute pubblica, l’importanza della prosecuzione delle misure ulteriormente restrittive, circoscrivendo la suddetta area, anche in riferimento alle situazioni in corso di accertamento e alle attività territoriali di profilassi».
Dice la sindaca di Arsita Catiuscia Cacciatore: «Le restrizioni erano necessarie e i fatti lo hanno dimostrato. Ma noi amministratori abbiamo la responsabilità di una economia che deve ripartire. L’attenzione sanitaria deve sicuramente rimanere alta, ma serve una particolare attenzione anche per quella economica. Qui ci sono piccole attività commerciali e artigianali bloccate da quaranta giorni e nel rispetto totale delle norme per tutelare la salute è necessario anche far ripartire l’economia». Sulla stessa lunghezza d’onda il primo cittadino di Castilenti Alberto Giuliani : «Nella zona industriale del mio territorio ci sono aziende con mille addetti, imprese che esportano in tutto il mondo. Alcune piano piano stanno ripartendo seguendo tutte le nome di sicurezza, altre si stanno organizzando. Ci sono persone che devono entrare nella zona rossa per poter lavorare, c’è un indotto che coinvolge più di duemila persone. La zona rossa ci voleva e risultati ottenuti lo hanno sicuramente dimostrato. Ma ora che i numeri stanno migliorando bisogna cominciare a pensare al dopo. Con il buon senso mi assumerò la responsabilità di firmare delle autorizzazioni a far entrare ed uscire». Concordi anche i sindaci di Montefino Ernesto Piccari e di Castiglione Messer Raimondo Vincenzo D’Ercole: «I risultati sul fronte sanitario stanno arrivando e per questo bisogna cominciare a pensare anche alla gente che rischia di rimanere senza lavoro perché bloccata da quaranta giorni. Nel rispetto delle norme ci assumeremo la responsabilità di firmare autorizzazioni per far entrare ed uscire».
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