MoTe, la Procura in Cassazione: ricorso contro il dissequestro 

Il caso alla Suprema Corte dopo la revoca dei sigilli a conti e immobili dell’ex presidente Ruscitti Impugnato il provvedimento del Riesame, notificato l’avviso di conclusione delle indagini 

TERAMO. Sarà la Cassazione a scrivere un nuovo capitolo nell’inchiesta aperta sul MoTe, la società per azioni a capitale pubblico che si occupa della gestione rifiuti e di cui il Comune di Teramo è azionista di maggioranza.
La Procura ha fatto ricorso alla Suprema Corte contro il provvedimento con cui un mese fa il tribunale del Riesame ha annullato il sequestro di immobili e conto corrente a Ermanno Ruscitti, ex amministratore della società all’epoca dei fatti contestati, e nei cui confronti la Procura ipotizza il reato di malversazione di erogazioni pubbliche. Il dissequestro è stato disposto dal tribunale del Riesame che ha revocato i sigilli accogliendo il ricorso della difesa. Decisione, quella del Riesame, che dopo il deposito delle motivazioni è stata impugnata con un ricorso firmato dal procuratore Ettore Picardi e dal sostituto Stefano Giovagnoni (titolare del fascicolo) nel quale, traendo linfa da numerosi pronunciamenti degli Ermellini, la Procura si concentra sul concetto giuridico di profitto sottolineando, a q uesto proposito, l’uso di fondi destinati a finalità diverse da quelle per cui sono stati assegnati.
La stessa Procura ha chiuso l’indagine, notificando l’avviso di conclusione e confermando le accuse. Secondo la Procura la società dopo aver ricevuto dalla Regione un contributo pubblico di circa un milione ne avrebbe usato 700mila euro (il valore complessivo dei beni oggetto del sequestro) per ripianare debiti della stessa società e pagare gli stipendi dei dipendenti anzichè usarli per la destinazione prevista, ovvero la costruzione di una piattaforma ecologica per il trattamento imballaggi. Nel ricorso fatto al Riesame (Ruscitti è difeso dall’avvocato Guglielmo Marconi) si è fatto riferimento proprio al ruolo di società pubblica e quindi alla necessità di garantire un pubblico servizio come quello della raccolta rifiuti. Altro argomento sostenuto sempre nel ricorso è quello legato al fatto che il termine indicato per la realizzazione della piattaforma non sia scaduto. Il dissequestro del Riesame è arrivato dopo quello disposto dalla Procura (in questo caso non c’è stato il ricorso al Riesame) per la società. Il sostituto procuratore Giovagnoni nel corso delle indagini ha accolto l’istanza di revoca del sequestro presentata dall’avvocato Gennaro Lettieri, il legale che assiste la società. Con questo provvedimento sono stati dissequestrati 70mila euro e sono stati liberati i conti correnti per consentire tutte le attività della stessa società: dal pagamento degli stipendi ai dipendenti a tutte le altre attività in corso. Per la società resta la contestazione, fatta dalla Procura, sulla responsabilità amministrativa degli enti.
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