MARTINSICURO

Raggiri agli anziani e spaccio di droga: il Questore le sequestra 4 immobili

Applicata la misura di prevenzione nei confronti di una 31enne pregiudicata per reati di spaccio e contro il patrimonio: il "tesoretto" finito sotto i sigilli ammonta ad un valore di 250mila euro

MARTINSICURO - Nel quadro dell’attività di prevenzione disposta dal Questore di Teramo Lucio Pennella, finalizzata ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati, stamatìni, la Divisione Anticrimine ha dato esecuzione al decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di L’Aquila, di 4 immobili, il cui valore di mercato ammonta complessivamente a circa 250.000 euro.

I beni, tutti ubicati nel Comune di Martinsicuro, sono riconducibili ad una donna di 31 anni, che annovera precedenti per reati in materia di droga e contro il patrimonio, in particolare furti in abitazione a danno di persone anziane, già destinataria del provvedimento del divieto di ritorno nei Comuni di Montesilvano, Tolentino e San Benedetto del Tronto. La 31enne, appartenente ad una delle famiglie rom di origine italiana, che vive stabilmente da tempo sulla costa teramana, è ritenuta "di elevata pericolosità sociale". Nel corso degli anni, spiegano gli investigatori, ha reiterato reati, prevalentemente furti in abitazione, riportando ben due condanne. L'attività criminale ha avuto inizio dal 2007 quando, ancora minorenne, era risultata coinvolta nella ricettazione di oggetti in oro. Nonostante le misure detentive e di prevenzione di cui è stata destinataria, ha continuato a delinquere, "denotando un’ostinata predisposizione alla commissione di delitti contro il patrimonio".

L’attività della Divisione Anticrimine ha avuto origine lo scorso febbraio, in seguito all’arresto della donna, in flagranza di reato, per il furto nell’abitazione di un’anziana invalida in Provincia di Pesaro a cui seguì un inseguimento in auto. La destinataria del provvedimento eseguito stamattina è risultata coinvolta nel furto a casa di una anziana avvenuto nel 2018 a Monsanpolo del Tronto, per un valore complessivo pari a 15.000,00 euro. A distanza di pochi mesi, la donna, che non ha mai prodotto redditi che per la loro consistenza e “serietà” potessero rappresentare la causa giustificativa degli investimenti effettuati, era riuscita ad acquistare gli immobili oggetto di sequestro, che rappresenterebbero il “frutto”, ossia il reimpiego della sua attività illecita.