Sant’Omero piange l’ex sindaco Pompizi / VIDEO FUNERALI

Piegato dal Covid e da altre patologie a 73 anni, lascia un figlio. Domani pomeriggio i funerali, proclamato il lutto cittadino

SANT’OMERO. Il cuore di Alberto Pompizi, ex sindaco di Sant’Omero e leader dei socialisti della provincia, ha smesso di battere a 73 anni, ieri alle 18, nella Rianimazione Covid dell’ospedale di Teramo, dov’era ricoverato per una polmonite bilaterale aggravata da altre patologie. Era arrivato al Mazzini il 28 dicembre per una grave crisi respiratoria, poi l’intubazione in terapia intensiva. Si era vaccinato contro il Covid con la monodose Johnson & Johnson, non ha fatto in tempo a fare la dose di richiamo.
Con Pompizi se ne vanno la storia socialista dell’Abruzzo, l’amore per la Val Vibrata, la politica fatta per la gente e fra la gente. Alberto era l’uomo dal sorriso spontaneo, dalla pacca facile sulla spalla, dal caffè offerto a chiunque avesse di fronte. Se ne va un politico di razza, galantuomo nei modi e negli approcci.

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La sua scomparsa ha lasciato un profondo dolore in tutta la comunità santomerese, ma anche provinciale e abruzzese, e in queste ore il cordoglio giunge da ogni latitudine. Pompizi lascia l’unico figlio, Gabriele, oltre ai parenti. Era rimasto vedovo alcuni anni fa ed era riuscito a rifarsi una vita sentimentale con una donna di Controguerra che vive a Cattolica.
Alberto Pompizi è stato un socialista purosangue. Dice di lui Tito Rubini, che è stato politicamente coevo – Rubini repubblicano, Pompizi craxiano: «È andato via un fratello, il vero socialista come nessun altro. Ciò che non gli è mancata è stata la coerenza. Mai un cambio di casacca, il garofano è stato sempre il suo fiore all’occhiello». Il sindaco di Sant’Omero, Andrea Luzii, per domani, giorno dei funerali, ha proclamato il lutto cittadino. Serrande abbassate dalle 14.30, quando nella chiesa della Santissima Annunziata si svolgeranno le esequie. «Politico di grande spessore, sostenitore dei propri ideali, si è sempre battuto per la cosa pubblica. Ci piace sottolineare le ripetute battaglie a difesa dell’ospedale e la valorizzazione di Santa Maria a Vico. Ne ricordiamo la sua carica umana e lo slancio partecipativo», dice Luzii.
Alberto Pompizi era uno che si è fatto da solo, col sacrificio e col sudore. Da giovane è stato infermiere e, nel frattempo, ha continuato gli studi diplomandosi ragioniere per concorrere in banca. Era entrato nell’allora Bpam, poi diventata Intesa Sanpaolo, come impiegato, scalando la carriera fino a ricoprire il ruolo di direttore di filiale a Sant’Omero prima di andare in pensione. È stato sindaco di Sant’Omero dal 2009 al 2014, presidente dell’Unione di Comuni Val Vibrata e, poi, consigliere di opposizione. La scorsa estate era tornato alla guida del Psi provinciale, rifondando anche il partito in vallata. Tanti gli incarichi dirigenziali: da componente del comitato ristretto dei sindaci a membro della giunta della Ruzzo Reti fino a ruoli sindacali. A Pompizi la vallata deve tanto: è anche grazie a lui che venne realizzato l’ospedale. Numerose le battaglie che lo hanno visto in prima linea. Manifestò con cartelli e picchetti davanti allo stesso ospedale quando se ne paventò la chiusura diversi anni fa, promosse la realizzazione delle reti antisuicidio del viadotto dell’A14 del Salinello, protestò e avvio una massiccia campagna perché la Rai garantisse la copertura del segnale del tg regionale in tutta la vallata.
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