Tamponi, decine di chiamate in Comune 

In tanti positivi ai test nei laboratori privati attendono l’ufficialità dalla Asl e sono in allarme. Profeta: «C’è troppa ansia»

ROSETO. Decine di telefonate in municipio da parte di cittadini, positivi al tampone eseguito in strutture private, che non ricevono le unità Usca a domicilio per la conferma o meno della positività. È successo ieri a Roseto, con il sindaco Sabatino Di Girolamo e i suoi collaboratori subissati di chiamate per una situazione di caos generale determinata dalla corsa spasmodica ai tamponi e dalle difficoltà della Asl di Teramo a fare i tracciamenti. A Roseto gli attuali positivi, comunicati dalla Asl al primo cittadino dall’inizio della seconda ondata di Covid , sono 30, ma moltissimi cittadini risultati positivi, che hanno effettuato il tampone in una struttura privata del territorio comunale, non risultano all’azienda sanitaria. Le persone positive nel Comune di Roseto dunque potrebbero essere molte di più, ma se la struttura privata o i medici di base non comunicano con la Asl tutto diventa molto difficile.
Una rosetana che lavora in una struttura sanitaria privata (che preferisce restare anonima) è risultata positiva al Covid lo scorso 21 ottobre. «Lavoro in una struttura privata ed è grazie al mio coordinatore che si è battuto per farci fare subito i tamponi che ho scoperto di essere positiva», dice la cittadina, «mi è stato comunicato tutto da una dottoressa della stessa struttura. La Asl non mi ha chiamata e non mi ha fatto fare il tracciamento dei miei contatti e dunque ho fatto tutto da sola. Ho richiesto subito i tamponi per mio marito e mia figlia di 10 mesi, ma a oggi le richieste non sono ancora arrivate alla Asl di Teramo. Non sappiamo quando verranno a fare i tamponi». La cittadina poi, lo scorso 22 ottobre, ha chiamato il Comune di Roseto per comunicare la sua positività. «Loro non sapevano niente», continua la donna, «il Comune mi ha detto che mi avrebbero attivato il servizio di ritiro immondizia porta a porta, ma a oggi non è arrivato nessuno. Ieri ho chiamato per chiedere se era attivo il Coc ma mi hanno detto di no. Il servizio di consegna a domicilio farmaci l’ho scoperto da sola. Non possono attivarmi l’Usca perché non sono abbastanza grave». Valerio Profeta, dirigente della Asl di Teramo e responsabile della medicina territoriale, ammette le difficoltà dell’azienda sanitaria a fare tamponi e tracciamenti. «Se devi fare 300 tamponi al giorno va tutto bene», precisa Profeta, «ma se ne devi fare 1500 al giorno è chiaro che si va in difficoltà. Ci sono poi persone che richiedono tamponi ingiustificati. C’è troppa ansia da tampone in giro, e se tutto diviene urgente diventa difficile. Dieci giorni fa poi, sapendo che i laboratori privati effettuano molti tamponi, abbiamo scritto loro di comunicarci i dati. Alcuni lo fanno ma altri no». La Asl è dunque in difficoltà, in giro c’è confusione, e molti cittadini vengono lasciati soli.
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