Teramo, danni alle aziende per decine di milioni

La stima di Confindustria dopo il maltempo: la burocrazia ci nega anche la cassa integrazione

TERAMO. Danni per milioni di euro. Sono quelli subiti dalle industrie della provincia di Teramo per l’ultima ondata di maltempo.Confindustria Teramo ha avviato la conta dei danni, sollecitando segnalazioni alle aziende associate.

I danni subiti, spiega il presidente Cesare Zippilli, sono di diversi tipi. I danni maggiori sono dovuti alle interruzioni di energia elettrica, ma anche la difficoltà a raggiungere per i dipendenti il posto di lavoro per le strade impraticabili ha avuto un suo peso. Sempre legata alla viabilità, diverse aziende, come la Gelco, segnalano l’impossibilità a effettuare le consegne della merce.

Un caso emblematico è quello della Oslv di Santa Lucia di Roseto. «Da giorni non ha l’energia elettrica, ora l’Enel le ha fornito un generatore di corrente (che prima era stato installato alla Cordivari dove le linee ora sono state riparate, ndr) ma per una settimana la produzione si è fermata», spiega il direttore di Confindustria Nicola Di Giovannantonio. Tuttora alla Oslv, che produce motorini elettrici e impianti di tergicristalli e occupa circa 120 persone, la fornitura di energia è precaria, visto che dipende dal generatore. Le più esposte in questa emergenza sono state, in effetti, le ditte metalmeccaniche: anche la Miv di Sant’Omero, 130 dipendenti, è stata senza corrente, dal 17 al 20: bloccata la produzione di marmitte. «Considerando le dimensioni delle aziende, i danni dovrebbero ammontare a decine di milioni. Basti pensare che togliere la corrente elettrica al gruppo Alfagomma significa far fermare 600 persone», fa notare Di Giovannantonio.

Le imprese per quanto riguarda il personale possono far ricorso alla cassa integrazione. Ma non è così semplice. «In questa situazione di emergenza ampiamente prevista e accertata», spiega Zippilli, «l'Inps vuole una certificazione rilasciata dall'Enel: nemmeno in questa fase la burocrazia allenta la presa. I tempi stringono: la scadenza è il 31 gennaio e la necessità di presentare bollettino meteo e certificato dell’Enel sta creando dei problemi». «Ci sono state situazioni tragiche, a che serve il certificato? Si tenga conto che c’è stata anche l'ordinanza prefettizia che ha fatto chiudere per tre giorni gli uffici pubblici, compresa l'Inps» aggiunge Di Giovannantonio.

Ovviamente, oltre ai danni causati da disservizi ci sono quelli alle strutture. In cinque allevamenti dell’Amadori, di cui quattro in provincia di Teramo, sono crollati i tetti, con danni superiori al milione di euro. Crollata parte del tetto anche alla Sicurmax di Montorio che produce cassaforti e armadi blindati. «In un territorio come questo», conclude Zippilli, «abbiamo presentato un pacchetto di investimenti per l’area di crisi complessa e ne presenteremo un altro per l’area di crisi semplice: con l’enorme impatto mediatico che hanno avuto i disservizi, nonostante lo Stato e la Regione mettano a disposizione dei soldi come possiamo dire a un imprenditore di investire in un posto in cui manca la luce per 10 giorni? Alla fine questo è il danno maggiore. Investire nella prevenzione costa, ma sicuramente di meno di quello che può accadere senza. E l’emergenza si deve gestire con tempestività. Ora restano milioni di euro di danni, ci vuole lo stato di calamità. Qualcuno parla di sospensione delle tasse, serve un annullamento o una rateizzazione in 5 anni: la semplice sospensione sposta solo in avanti in problema».

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