TERAMO. Scacco matto ai narcos di Bogotà sbarcati sulla costa teramana. E' ...

 TERAMO. Scacco matto ai narcos di Bogotà sbarcati sulla costa teramana. E' un'organizzazione criminale internazionale con base operativa tra Giulianova e Alba Adriatica quella scoperta e smantellata dai carabinieri di Teramo dopo 12 mesi di lavoro in Colombia, Costa Rica e Santo Domingo. Un risultato investigativo notevole tanto che lo scrittore Roberto Saviano scrive su Facebook e Twitter: «L'Abruzzo è diventato centrale come area di stoccaggio della cocaina perchè considerato territorio sicuro, isolato e insospettabile. L'operazione ha fermato un'organizzazione colombiana e italiana di narcos». E i numeri disegnano l'entità dell'operazione "Barrik": 58 ordinanze di custodia cautelare (firmate dal gip dell'Aquila Giuseppe Gargarella), di cui 45 già eseguite a Teramo, Montesilvano, Ascoli, Ancona, Macerata, Vercelli e Pistoia, 50 chili di cocaina purissima portati in un anno, decine di corrieri entrati in Italia con gli ovuli di droga nascosti nello stomaco o nei pannolini dei bambini. Un giro d'affari di 8 milioni di euro. Tra i destinatari delle ordinanze, oltre a 41 sudamericani e 13 italiani, ci sono anche un inglese, un albanese, un algerino, un camerunense. Per tutti l'accusa é associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti aggravata dalla transnazionalità. Significa che questa volta le indagini, coordinate dal pm David Mancini della procura distrettuale antimafia dell'Aquila, sono riuscite ad andare oltre, a colpire al cuore un'organizzazione criminale scaltra, avveduta, che si muove sapendo cosa fare e con una conoscenza approfondita dei sistemi per le transazioni internazionali di denaro.  L'ORGANIZZAZIONE. A guidare l'organizzazione Joel Dinato Burgos Nunez, spesso a Giulianova; Feliz Yeudy De Leon, attualmente detenuto ad Ancona e Mauricio Abelardo Rubio Azuero, domiciliato ad Alba Adriatica. I tre prima agivano da soli, poi hanno deciso di mettersi insieme per meglio gestire i canali di approvigionamento della droga. L'indagine ha scoperto tre livelli di organizzazione gerarchica, dai capi ai collaboratori-corrieri fino a chi vendeva lo stupefacente sul territorio. E in quest'ultimo livello occupano un posto quattro teramani: Vincenzo Falà di Roseto, Cinzia Massetti di Martinsicuro, Melissa Gaspari di Tortoreto e Gianni Tassoni di Colonnella.  I CORRIERI. Dovevano ingerire almeno trenta ovuli di cocaina ricoperti con cera aromatizzata al cioccolato e al rum per ingannare l'olfatto dei cani agli aeroporti. Il trasporto eccezionale veniva pagato da tremila a quattromila euro. Il pericolo era solo uno: rottura degli involucri nello stomaco e morte sul colpo. Ma i cittadini dominicani reclutati erano disposti a correre questo rischio. Di volta in volta venivano contattati da un intermediario dell'organizzazione che aveva il compito di sceglierli e prepararli al viaggio. E l'organizzazione preferiva soprattutto le donne, meglio se accompagnate da bimbi perchè meno sospettabili. Come quella bloccata all'aeroporto di Falconara: nascondeva 53 ovuli in una scatola di scarpe. Non solo ovuli. La droga arrivava anche allo stato liquido nascosta in contenitori per aerosol o schiuma da barba. Quattro le rotte scelte per farli viaggiare: Santo Domingo, Madrid, Milano e Giulianova; Santo Domingo, Madrid e Ancona; Bogotà, Roma e Alba; Calì (Colombia), San Josè (Costa Rica), Francoforte, Roma e Alba.  I PAGAMENTI. Il sodalizio criminale stanziava i soldi per acquistare la droga in Sud America facendo versamenti nella agenzie di Teramo, Pescara, Ancona Ascoli, macerata, Vercelli e Pistona della Western Union. Le operazioni venivano delegate a persone esterne all'associazione che dietro compenso di 100 euro facevano versamenti inferiori ai 2000 euro. Questo per evitare la tracciabilità dei movimenti di denaro e l'individuazione dei mandanti. Ma c'erano anche altre forme di pagamento: quella con le carte prepagate Postepay regolari, a volte direttamente riconducibili agli stessi affiliati, e quella con l'uso di carte clonate.

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