Valle Castellana, c’è l’ok al referendum 

Via libera della Cassazione, i cittadini del centro montano chiedono di passare con la provincia di Ascoli

VALLE CASTELLANA. La Corte di Cassazione ha dato il via libera al referendum per l’annessione di Valle Castellana alle Marche e in particolare alla provincia di Ascoli Piceno. L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa ad Ascoli dall’avvocato Achille Buonfigli, presidente del Consorzio universitario piceno e consulente giuridico del “comitato per l’adesione del Comune di Valle Castellana alla Regione Marche” ed è stato accolto con estrema soddisfazione dai promotori. A dare il via all’iter per il referendum era stata l’approvazione a luglio, in consiglio comunale, della relativa delibera e il quesito referendario sarà il seguente: «Volete che il territorio del Comune di Valle Castellana sia separato dalla Regione Abruzzo per entrare a far parte integrante della Regione Marche?». Essendo di rango costituzionale, il referendum dovrà ottenere il 50% più uno degli aventi diritto al voto.
Per il comitato promotore l’avvio dell’iter referendario rappresenta di fatto già un successo. Sono anni, infatti, che i residenti chiedono di passare alla Marche, adducendo come prima motivazione quella geografica. Valle Castellana, infatti, dista 40 chilometri da Teramo mentre Ascoli Piceno si trova a solo 18 chilometri. Una collocazione geografica che ha portato da sempre Valle Castellana a gravitare su Ascoli. Inoltre il territorio del comune teramano, che fa già parte della diocesi ascolana, ricade nel distretto giudiziario delle Marche e la maggior parte della popolazione residente studia e lavora ad Ascoli Piceno con cui Valle Castellana è collegata da diverse corse giornaliere di autobus. Anche nel territorio del comune teramano, comunque, c’è chi è contrario al referendum: sono le le frazioni dell’Alto Salinello – Macchia da Sole, Piano Maggiore, Macchia da Borea e Leofara – che hanno già ottenuto la disponibilità del Comune di Campli, in caso di esito positivo del referendum, ad annetterle al proprio territorio.