I sindaci: siamo pronti a restituire le fasce

Reputano impossibile l’uso del potabilizzatore: «Acquedotto prioritario, chiudano Infn e autostrada»

TERAMO. «Non rinunciamo all'acqua del Gran Sasso». Il sindaco Maurizio Brucchi reagisce così al pericolo che la captazione idrica dalle sorgenti sotto la montagna venga interrotta a fine anno. «E' impensabile che nel terzo millennio non si riesca a realizzare interventi per evitare il rischio di contaminazione dell'acqua», fa sapere Brucchi, «se servono cento milioni, si prendono e si fanno gli interventi necessari».
Non è neppure contemplata l'ipotesi alternativa che ad alimentare le condotte del Ruzzo sia il potabilizzatore di Montorio. «L'acqua di quell'impianto non sarebbe sufficiente per il fabbisogno della popolazione», rileva il sindaco, «e non vedo perché dovremmo bere quella se abbiamo le sorgenti». Le vasche sotto il Gran Sasso, insomma, vanno impermeabilizzate rispetto a interferenze con l'autostrada A24 e le attività dei laboratori di fisica nucleare. «La scienza non può operare a discapito dei cittadini», insiste Brucchi, «e le gallerie autostradali non possono trasformarsi da risorsa a danno per il territorio». Gli interventi necessari per prolungare l'autorizzazione alla captazione dell'acqua del Gran Sasso vanno realizzati entro la scadenza fissata per fine anno anche per evitare incidenti come quello martedì che ha creato il panico in tutta la provincia. «Le analisi hanno accertato che le sostanze inquinanti sono entro i limiti fissati dalle norme», tiene a ricordare Brucchi, « per cui l'allarme è superato». Il sindaco invita i cittadini a bere l'acqua del Ruzzo, ma è consapevole del fatto che l'allarme ha creato profonda sfiducia tra cittadini. «Bisogna capire cos'è successo e intervenire subito garantendo trasparenza e chiarezza», afferma, «bisogna definire una procedura che consenta di affrontare ulteriori situazioni problematiche. Non si può lasciare a una sola persona una decisione che mette in crisi un intero sistema perché il danno è pazzesco e la gente non si fida più».
«All’acqua del Gran Sasso non rinunciamo», aggiunge Daniele Palumbi, sindaco di Torricella, «siamo pronti a riconsegnare contemporaneamente 47 fasce al prefetto. Temiamo che l’ultima vicenda, gestita in maniera discutibile da Sian e Arta, possa influenzare la decisione. Ma se qualcuno pensa di chiudere l’acqua del Gran Sasso si dovranno trovare 47 commissari nel Teramano».
Il sindaco di Montorio Gianni Di Centa discuterà di questo nuovo allarme già nel consiglio di mercoledì prossimo: «Bisogna alzare i toni da subito, non chiediamo di chiudere i Laboratori, ma vanno subito messi in sicurezza. Le acque del potabilizzatore sono di qualità molto più bassa di quelle delle sorgenti. Peraltro siccome l’impianto è a valle, non potrà servire Montorio e i paesi più in alto».
Il sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura è categorico: «Siamo noi a dettare le regole e l’acqua del Gran Sasso non si tocca. Vorrà dire che chiuderanno i Laboratori e si faranno fare i lavori alla Società autostrade per evitare infiltrazioni dall’A24. Siamo pronti a farci sentire». (a.f.-g.d.m.)
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