CALCIO & RICATTI

Auto bruciate a Sebastiani, nei video il volto degli attentatori

Gli interrogativi sono ancora molti, ma ci sono già delle risposte importanti: la polizia studia le immagini e passa al setaccio la vita del patron del Pescara

PESCARA. Gli interrogativi sono ancora molti, ma ci sono già delle risposte importanti. Nelle indagini sull’attentato incendiario a casa di Daniele Sebastiani, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, le telecamere hanno fornito i primi elementi utili a risalire agli autori dell’assalto. Plurale obbligatorio perché non ha agito una sola persona: il piano di azione, anzi, è stato concertato tra più menti che poi si sono date materialmente da fare per lanciare un segnale inequivocabile al presidente del Pescara Calcio, arrivando praticamente fin sotto la finestra di casa e appiccando un incendio che poteva avere conseguenze più gravi.

[[(Video) Pescara, incendiate le auto del presidente Sebastiani]]

Il personale della Digos, diretto da Leila Di Giulio, che si sta occupando delle indagini, ha acquisito alcuni elementi importanti proprio partendo da quelle riprese che possono consentire di risalire a nomi ben precisi. Ma il quadro, da questo punto di vista, non è ancora completo perché con il passare delle ore aumenta il materiale da esaminare a disposizione della polizia, visto che le telecamere nei dintorni dell’abitazione di Sebastiani (oltre a quelle interne) sono diverse, tra i sistemi installati da privati, quelli posizionati dal Comune e quelli degli esercizi pubblici della zona.

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Una volta studiate tutte le riprese, poi, vanno incastrati i pezzi di un puzzle che potrebbe indicare come si sono mossi gli attentatori attorno a casa Sebastiani, che si trova tra viale Riviera e via Toti. Dagli accertamenti in corso sul fronte tecnico si attendono anche delle risposte sulla causa del rogo che ha distrutto la Jeep Suv e ha danneggiato la Smart del numero uno del Pescara. Non sono stati trovati elementi che possano ricondurre direttamente all’innesco, per cui andrà chiarito se sia stato usato del liquido infiammabile o se, invece, sia stato lanciato un petardo. Quella notte è stato sentito un botto, che però potrebbe essere ricondotto all’esplosione dei pneumatici della Jeep.

C’è poi il lavoro di indagine a tutto campo sulle attività di Sebastiani, che non riguarda solo il calcio ma anche il campo imprenditoriale. La polizia non si ferma al club biancazzurro e va oltre, anche se l’attentato dell’altra notte è stato messo a segno in un momento particolarmente difficile, con una polemica crescente per le continue sconfitte subite dalla squadra e le indiscrezioni su un possibile passo indietro di Sebastiani, per la vendita del club. A coordinare le indagini è il sostituto procuratore Mirvana Di Serio che ha aperto un fascicolo sul rogo, anche se al momento non è stato definito il reato, o i reati, e non ci sono indagati.

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Anche ieri Sebastiani ha ribadito di essere «dispiaciuto» per l’accaduto: l’episodio di cui è stato vittima, e di cui si è accorto solo nel momento in cui è scattato il sistema di allarme, è fonte di «tristezza e rammarico» perché Pescara non ne esce bene, anzi «tutta la città fa una brutta figura» mentre la società di calcio rischia di «passare per una piazza difficile a causa di persone che non rappresentano assolutamente la tifoseria biancazzurra».

L’episodio ha scosso, ovviamente, tutta la famiglia (la Fiat 500 della figlia Michela era parcheggiata in cortile con le altre due ma non è stata raggiunta dalle fiamme). La giovane ha espresso tutto il suo malessere su Facebook dicendosi «schifata» e sottolineando che la città «non merita nulla». «Comprendo lo sfogo», ha commentato il papà, «perché è stata colpita in maniera diretta e perché è stato un gesto inqualificabile. Ma ho rimproverato mia figlia per quanto scritto. Deve rimanere fuori da queste situazioni perché a caldo si dicono cose che non si pensano. Non si può generalizzare contro una città intera, contro una tifoseria intera per il gesto di qualche sconsiderato». Vista la gravità dell’accaduto è stato deciso di rimanere in silenzio stampa fino al termine della partita Torino-Pescara di domenica. Nessuna dichiarazione dei tesserati, fino ad allora, e non ci sarà neppure la conferenza stampa della vigilia del tecnico Massimo Oddo.

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