TERRORISMO

Strasburgo, studentessa abruzzese racconta: «Un boato, poi ci siamo barricati» 

La testimonianza di Dea Peleksic, 18 anni, del Manthoné: «La gente gridava e correva in preda al panico»

PESCARA. «Abbiamo sentito un forte boato e poi gente che urlava e correva in preda al panico. Da più di due ore siamo bloccati nel ristorante dove stavamo cenando, sono con gli amici del Movimento per la vita, in vacanza premio a Strasburgo. Non ci fanno uscire, ci hanno intimato di rimanere chiusi qui dentro in attesa di nuovi ordini. Fuori è l’inferno, ma noi non possiamo vederlo. Sappiamo solo che è arrivato l’esercito, questo ci hanno detto. Non so quando potremo uscire e tornare in hotel, distante più di mezz’ora da qui. Ci stanno rifocillando con bevande e cibi caldi, abbiamo contattato le famiglie per tranquillizzarle. Siamo spaventati, terrorizzati, ma stiamo bene». Mentre fuori, in Rue Grande, al centro di Strasburgo, si scatena l'inferno degli spari e dei morti, la testimonianza delle ore di paura, raccontata al Centro intorno alle 22 di ieri, da Dea Peleksic, 18 anni, residente a Francavilla, studentessa del quinto anno all'Aterno-Manthoné di Pescara, in vacanza nella città francese con altri ottanta ragazzi italiani, di cui 15 abruzzesi. Doveva essere una vacanza dopo il premio vinto dai giovani dell'associazione Movimento per la Vita, iniziata lunedì scorso con l'atterraggio a Strasburgo, tra momenti di gioia e allegria. Avrebbero dovuto visitare anche il Parlamento. Invece, la vacanza si è trasformata in un incubo. La ragazza, insieme agli amici, è rimasta prigioniera nei sotterranei di un ristorante in Rue Grande, nelle vicinanze dei mercatini di Natale dove un folle attentatore, in seguito identificato, sparava all'impazzata tra la folla provocando morti e feriti. La ragazza, di origini bosniache, vincitrice per due volte, nel 2016 e quest’anno, del premio “Ignazio Silone” (terza classificata della classe quinta F), racconta con voce apparentemente calma, i momenti di puro terrore che sta vivendo insieme ai compagni.

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