Pedro Afán de Ribera

TODAY

9 marzo

Oggi, ma nel 1562, a Napoli, entrava in vigore la legge contro i baci in pubblico e la pena per i trasgressori non era una multa, ma la condanna a morte. Che nella consuetudine significava decapitazione mediante ascia o impiccagione. La legge era stata voluta dal re Filippo II di Spagna, detto "Filippo il prudente", che governava il regno di Napoli attraverso il viceré Pedro Afán de Ribera (nella foto, particolare di un'incisione coeva realizzata dal partenopeo Domenico Antonio Parrino e conservata nella Biblioteca nazionale di Spagna di Madrid), duca d'Alcalà, originario di Siviglia, classe 1509, in carica dal 12 giugno 1559 e vi rimarrà fino al 2 aprile 1571, data della morte, che aveva preso il posto del predecessore Juan Manrique de Lara e che lascerà l'incarico al successore Antoine Perrenot de Granvelle.

La mattina del 9 marzo 1562 il regio banditore annunciava ai sudditi la nuova restrizione. Il bacio veniva considerato un atto violento. In realtà le ragioni di tale severità non verranno mai chiarite definitivamente. La più plausibile era quella di combattere l'insorgenza della peste che si era presentata con focolai non particolarmente ampi, ma comunque necessari di attenzioni, soprattutto sotto forma di prevenzione. Dietro la normativa anti baci sorgeranno anche altri tentativi storici di ricercare una motivazione più alta. Ovvero la tutela delle donne. Queste ultime, che spesso erano vittime di zuffe tra cittadini di rango più elevato con popolani, andavano in qualche modo tutelate. Non potendosi facilmente capire quando le effusioni pubbliche costituissero un reale tentativo di approccio o addirittura una vera e propria violenza, il legislatore aveva ritenuto opportuno vietare qualsiasi possibilità di avvicinare in piazza e per le vie esponenti del gentil sesso con intenzioni specifiche. Ovvero cercando di stroncare sul nascere i tentativi che con buona probabilità sarebbero potuti sfociare in violenza e in stupro. Serviva quindi una suddivisione tra la violenza sessuale vera e propria e il semplice approccio tentato. Ed infatti, non essendovi ancora una netta differenza, era stato deciso di punire tutti quegli atti reputati dalle autorità "contro l'altrui pudicizia e che non consistevano nella congiunzione carnale, tutti indistintamente noverano nella categoria degli stupri tentati", proprio come riportato nella disposizione regia.

Di fatto la legge anti bacio rimarrà una peculiarità messa a punto sotto al Vesuvio - che negli anni successivi verrà raccontata come fosse una sorta di barzelletta, ma che era stata pura realtà - destinata a suscitare non poche proteste e malcontenti, specialmente da parte del ceto più basso che non andava tanto per il sottile nell'avvicinare una lei. Quanto alla peste, che pure rappresentava una preoccupazione sempre incombente, tornerà a farsi viva, prepotentemente, nel 1656, giungendo dalla Sardegna, e causando 240mila morti su 450mila abitanti.