Il palazzo della Provincia a Chieti

CHIETI

Costa teatina, è il turno delle ex stazioni: che cosa farci?

Vasto, Fossacesia, Torino di Sangro e San Vito Chietino: la Provincia annuncia l'intenzione di volerle acquistare, la Regione cede il testimone, ora si deve trovare l'intesa con Rete Ferroviaria. E il Parco giace da 21 anni

CHIETI. Le quattro ex stazioni ferroviarie della costa teatina (Vasto, Fossacesia, San Vito Chietino e Torino di Sangro) ridotte a scatole vuote e lasciate nel degrado da quando le Ferrovie hanno traslocato, dovrebbero essere acquistate dalla Provincia. Un passo in questo senso, l'ultimo della serie, è stato fatto dal presidente della Provincia Francesco Menna, che ha seguito tutto l'iter da vicino per essere stato sindaco di Vasto.

Dicevamo l'ultimo annuncio della serie perché il 30 settembre 2021 il consiglio provinciale - presidente Mario Pupillo - aveva approvato il progetto e lo studio di fattibilità per il completamento del progetto.  Prima ancora tuttavia era stata la Regione, a margine dell'ennesima riunione, a spiegare che avrebbe valutato la possibilità di acquisto degli immobili da destinare "a specifici servizi ricettivi e di accoglienza al cicloturismo, nonché per altre finalità pubbliche, al fine di completare il processo di valorizzazione della Costa dei Trabocchi". Una dichiarazione quella sollecitata dai sindaci interessati della costa perché nel dicembre 2021 scadeva il contratto di comodato d'uso delle ex stazioni attraverso il quale, come è oggettivamente riscontrabile, poco o nulla è stato potuto realizzare dagli stessi Comuni.

L'annuncio della Provincia di Chieti riguarda anche i "compendi insistenti sulla Via Verde Costa dei Trabocchi" quindi anche la Pinetina che appartiene a Rfi. Ed è arrivato alla luce di una nuova riunione  con la Regione la quale evidentemente deve aver ceduto il testimone davanti a due problemi fondamentali: dove reperire le risorse economiche per "accontentare" Rete Ferroviaria Italiana proprietaria degli immobili e come inserirli e valorizzarli in un contesto già strutturalmente disegnato con la realizzazione della Via Verde e delle sue "appendici" (e non il contrario).

Fino ad oggi la valutazione del patrimonio immobiliare delle stazione ferroviarie dismesse non è stata ritenuta congrua né da parte della Regione né della Provincia, che hanno presentato una attualizzazione dei valori immobiliari completamente diversa. In alternativa si era  pensato ad ipotesi di comodato e/o di cessione di diritto ad utilizzare le superfici e i rappresentanti di Ferrovie e Rfi si erano riservati di valutare le stime.

Menna ora parla di "inserire l'acquisto delle vecchie stazioni all'interno del Piano di Sviluppo Turistico e Territoriale (Pstt) con lo scopo ultimo di normarle con le nuove direttive regionale". E la Regione, presente alla riunione con Enzo Pellegrini per conto dell'assessore regionale Nicola Campitelli, si è da parte sua resa disponibile "affinché si rispettino con coerenza e rigore i principi di accoglienza turistica e tutela ambientale della Via Verde Costa dei Trabocchi".

Intanto lo strumento essenziale - il Parco nazionale della costa teatina - che avrebbe disciplinato e "normato" lo sviluppo di questa parte dell'Abruzzo - ex stazioni comprese - giace in chissà quale cassetto da 21 anni, da quando è stato cioé istituito per legge perché la Regione, gli stessi Comuni e la Provincia non hanno evidentemente fretta ad attualizzarlo e a trovare l'accordo sulle aree da perimetrare e da tutelare. La precedenza è andata a strade d'accesso, discese a mare, case e villette, esercizi commerciali e wc vista mare sorte tutt'intorno alla Via Verde, straordinario volano turistico dell'Abruzzo.

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