Ex carabiniere ucciso in strada, la pista dei killer arrivati dal sud 

Le indagini sull’agguato al maresciallo di Mozzagrogna puntano verso la Campania o la Puglia  Nel telefonino e nel pc può esserci la chiave del delitto, acquisite le immagini dei caselli autostradali

CHIETI. Puntano verso sud le indagini sull’omicidio dell’ex carabiniere Antonio Cianfrone, 50 anni di Mozzagrogna, ucciso con tre colpi di pistola in un’esecuzione che evoca scenari da criminalità organizzata. L’ipotesi degli investigatori è che i due killer in moto entrati in azione sulla pista ciclabile di Spinetoli – in provincia di Ascoli Piceno, dove la vittima si era trasferita da tempo – arrivino dalla Puglia o dalla Campania. I militari dell’Arma, guidati dal colonnello Ciro Niglio e coordinati dal procuratore Umberto Monti, conducono l’inchiesta per trovare il movente di un delitto premeditato che resta un autentico giallo. Cianfrone, sospeso dal servizio nel 2015 quando ricopriva l’incarico di vice comandante della stazione di Monsampolo del Tronto, era stato arrestato per una storia di mazzette e regalie legata ai controlli in aziende cinesi della zona. Da quel momento, il sottufficiale non era più rientrato a lavoro. Ma, stando ai primi accertamenti, non ci sono collegamenti tra quell’inchiesta e l’omicidio. Di certo, Cianfrone, ammazzato a bruciapelo mentre faceva jogging, non si sentiva in pericolo.
I VIDEO. I carabinieri del nucleo investigativo di Ascoli stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere di sicurezza di tutto il territorio per individuare il percorso della moto sia in fase di avvicinamento al luogo del delitto che di fuga. I killer sono stati immortalati da uno dei sistemi di videosorveglianza, ma entrambi indossavano caschi integrali e i video risultano di scarsa qualità. Dal luogo del delitto, a bordo di una moto di grossa cilindrata, bastano 5 minuti per raggiungere la fine della superstrada Ascoli-mare e poi deviare verso sud. Ecco perché gli investigatori stanno acquisendo anche le immagini delle telecamere dei caselli dell’autostrada A14 e delle aree di servizio.
I TESTIMONI. Una donna ha riferito di essere stata la prima a raggiungere Cianfrone disteso a terra. «Pensavo fosse un infarto, anche se poi ho visto del sangue sul collo che non riuscivo a spiegarmi: gli ho detto “Coraggio, dai Antonio, che ce la fai”. Nei pressi ho notato una ragazza tutta tremolante, spaventata, che mi ha detto di aver visto una persona con un casco integrale che usciva da una via secondaria che porta alla frazione di Fiobbo: questa persona si è avvicinata ad Antonio e ha esploso tre colpi. Li ho sentiti pure io, ma non pensavo fossero di arma da fuoco, ma normali rumori della zona. Questa ragazza mi ha poi detto di aver visto una persona, giovane, che aveva sparato tornare verso la moto guidata da un altro. Poi, sono ripartiti». Secondo un’altra testimonianza, la persona alla guida della moto in fuga sarebbe di corporatura robusta, con indosso vestiti di colore scuro; sul sedile posteriore una figura più esile, con capelli un po’ lunghi che spuntavano dal casco, a mo’ di codino, tanto da non poter far escludere che potesse trattarsi di una donna.
IL CELLULARE E IL PC. Cianfrone aveva con sé lo smartphone: dalle analisi delle chat e delle ultime chiamate potrebbero arrivare dettagli fondamentali per le indagini. I carabinieri sono andati a ispezionare l’abitazione dell’ex carabiniere e hanno sequestrato anche il suo computer. Antonio, separato e padre di due figli, dopo la drastica riduzione dello stipendio a seguito dell’allontanamento dell’Arma, avrebbe iniziato a collaborare con una ditta di import di auto dall’estero per arrotondare le entrate.
L’AUTOPSIA. Nelle prossime ore, forse già oggi, verrà eseguita l’autopsia. L’ex maresciallo, che non è morto sul colpo ma è spirato dopo l’arrivo dei soccorsi, è stato raggiunto da almeno tre proiettili. Finora i bossoli non sono stati trovati sul luogo del delitto. Chi ha fatto fuoco sembra che si trovasse alle spalle della vittima. Ma, al momento, si tratta solo di un’ipotesi: la conferma dovrà arrivare dall’esame che verrà eseguito dai medici legali Sabina Canestrari, Francesco Brandimarte e Massimo Senati.