Pilkington, il futuro resta un’incognita 

Ancora situazione di stallo dopo l’incontro tra i sindacati e i vertici della multinazionale: esuberi destinati ad aumentare

SAN SALVO. Il futuro resta un’incognita. Pilkington, come tutti i colossi industriali, naviga in un mare in tempesta e, al momento, non si intravede il porto sicuro. L’obiettivo dei sindacati è raggiungere comunque quel porto con tutti i lavoratori a bordo. I dirigenti del colosso vetrario di San Salvo ci stanno provando e hanno garantito che verranno utilizzate tutte le scialuppe di salvataggio.
I sindacati hanno chiesto chiaramente ieri all’azienda, nel corso del lungo incontro avuto a Piana Sant’Angelo alla presenza delle rsu di Pilkington e degli due stabilimenti satellite Primo e Bravo, il mantenimento dei livelli occupazionali. È stata una delle richieste primarie insieme alla riconversione della produzione per restare sul mercato ed evitare il gap del settore automotive, in grande affanno. Prodotti alternativi che vanno dagli schermi per cellulari ai pannelli in vetro, in modo tale da compensare la mancanza di ordinativi di parabrezza e lunotti. Da parte dei sindacati, è stata stigmatizzata la decisione del governo di dividere in due tranche le nove nuove settimane di cassa integrazione concesse alle aziende. Per Cgil, Cisl e Uil, gli ammortizzatori sociali servono tutti ora. Nonostante l’incertezza del futuro, di positivo c’è che, mentre il forno float di San Salvo è stato messo in veglia ma non spento, la casa madre ha deciso di spegnere i float in Cina e Malesia. Il Gruppo Nsg possiede strutture commerciali in 130 paesi con 49 linee float nel mondo in grado di realizzare oltre 6,4 milioni di tonnellate di vetro float n un anno. I dirigenti della Pilkinton Italia e il presidente Graziano Marcovecchio stanno facendo la loro parte per difendere il sito abruzzese. Il momento è delicatissimo. Se prima del Covid gli esuberi erano 55, ora sono molti di più. L'azienda ha comunque confermato i premi di produzione per i mesi di giugno e luglio maturati dai lavoratori. Saranno elargiti nonostante i problemi. I sindacati hanno chiesto di poter condividere i processi di riorganizzazione e ristrutturazione. Una ripresa condivisa per mettere i lavoratori al corrente di ogni passaggio, per sopperire alla mancanza di assemblee con le rsu che in questo periodo non si possono fare. Una parte fondamentale è chiamata ad averla la politica: San Salvo deve tornare ad essere vantaggiosa per i servizi e la logistica. La Regione ha annunciato grandi finanziamenti per il porto di Punta Penna. È un importante passaggio, ma non basta. I lavoratori e i sindacati chiedono alla politica nazionale e regionale di far sentire la propria vicinanza con iniziative di rilancio.