ATESSA

Truffe alla Sevel con la 104, condannati altri due operai 

Abuso nell’uso di ore di permesso e congedi per accudire familiari malati. Un terzo dipendente assolto: l’assistenza l’aveva effettivamente prestata 

ATESSA. Altri due ex operai Sevel condannati e uno assolto. Continuano a chiudersi i processi avviati contro dipendenti, alcuni ex, che avrebbero truffato la Sevel e l’Inps abusando delle ore di permesso della legge 104, dei congedi parentali o straordinari per l’assistenza di familiari disabili o malati gravi. Avrebbero indotto in errore la Sevel, rappresentata in udienza dall’avvocato Daniele Alberi, che corrispondeva gli emolumenti per i giorni in cui i dipendenti avevano usufruito dei permessi, e l’Inps, in aula con l’avvocato Angela Di Cicco, che corrispondeva poi alla Sevel le somme anticipate al lavoratore.

Due le condanne da parte del giudice Maria Rosaria Boncompagni nei confronti di Antonio Scirocco, 42 anni, di San Martino in Pensilis (Cb), rappresentato dall’avvocato Marta Di Nenno, condannato a 9 mesi di reclusione e 600 euro di multa, pena sospesa e Renzo Fioravante, 45 anni, di Cupello, difeso dal legale Marco Serafini assolto per la truffa ai danni dell’Inps e condannato a sette mesi di reclusione per truffa ai danni della Sevel.

Scirocco era accusato di aver usufruito dei permessi 104 per assistere il figlio disabile ma non era a prestare servizio nel momento dei controlli il 1° e 4 febbraio 2013. Il giudice lo ha ritenuto colpevole di truffa, semplice, e lo ha condannato a 9 mesi di reclusione, 600 euro di multa, risarcimento danni all’Inps di 200 euro e alla Sevel da quantificare in separata sede; pena sospesa. L’avvocato Di Nenno preannuncia ricorso in appello.

Fioravante aveva un congedo parentale per assistere il figlio, avrebbe abusato di 5 giorni di permessi a marzo 2013, ma erano permessi non retribuiti tanto che l’Inps non si è costituita nei suoi confronti. Infatti il giudice lo ha assolto perché il fatto non sussiste per la truffa, semplice non più aggravata, ai danni dell’Inps, ma lo ha condannato a 7 mesi di reclusione e 300 euro di multa, pena sospesa, per il danno alla Sevel. «È una sentenza che rispetto ma di cui attendo le motivazioni», dice l’avvocato Serafini «il mio assistito doveva essere assolto per difetto di condizioni di procedibilità, ovvero per difetto di querela, anche per la presunta truffa alla Sevel. Non sappiamo per cosa è stato condannato. Attendiamo le motivazioni per il ricorso in appello».

Assolto con perché il fatto non sussiste Massimo Maccione, 44 anni, di Vasto, difeso dalle avvocatesse Incoronata Rizzi e Felicia Fioravante. L’uomo era stato accusato di aver usufruito indebitamente dei permessi 104 per assistere la cognata. Invece è stata dimostrata in udienza e sentenziata dal giudice la sua innocenza, visto che l’assistenza l’ha prestata. «Per lui è la fine di un incubo durato 4 anni», sottolineano le legali.
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