È il teatino Pellegrini il Miglior interprete al Festival Teatramm’

26 Settembre 2024

TOLLO. La sua intensa interpretazione dell’ufficiale nazista Ingo Wiellefram, prigioniero dell’Arandora Star – la nave da crociera britannica riconvertita per esigenze belliche, affondata il 1°...

TOLLO. La sua intensa interpretazione dell’ufficiale nazista Ingo Wiellefram, prigioniero dell’Arandora Star – la nave da crociera britannica riconvertita per esigenze belliche, affondata il 1° luglio del 1940 da un sommergibile tedesco – ha conquistato pubblico e giuria del Festival Teatramm’, a Roma. Il giovane attore abruzzese Riccardo Pellegrini – classe 1994, nato a Chieti e cresciuto a Tollo – è stato premiato al Teatro de’ Servi come Migliore attore protagonista per il suo ruolo nello spettacolo “Non ditelo alle stelle”, scritto e diretto dalla regista pescarese Federica Vicino, prodotto da Officine Solidali Teatro e interpretato con la compagnia Indaco Teatro Giovani. Interpreti dello spettacolo anche Enrico Valori, nel ruolo del coprotagonista, Lorenzo Valori e Giosuè Cianconi (quest’ultimo, premiato lo scorso anno al Festival come Giovane promessa per il suo Prometeo incatenato nello spettacolo “Principi in catene”, ideato e diretto da Federica Vicino). Sul palco del teatro romano, in occasione della sesta edizione della rassegna, si sono alternate quindici compagnie. «Lo spettacolo “Non ditelo alle stelle” racconta un evento realmente accaduto durante il secondo conflitto mondiale, un evento la cui scoperta mi ha affascinato sin dall’inizio» spiega Pellegrini. «Ricopro da poco più di due anni il ruolo del capitano Ingo Wiellefram, costretto a dividere la cella con l’italiano Emanuele Conti, interpretato da Enrico Valori- e mi sta dando tanta soddisfazione. È un ruolo scritto con profonda umanità ed è ricco di sfumature che mi hanno permesso di indagare le motivazioni più disparate che possono portare un individuo a fare determinate scelte. È stato un lavoro bello, proprio perché difficile. Lo reputo un personaggio molto diverso da quello che sono io nella vita reale, eppure ci sono parecchi elementi per cui ho attinto anche dal mio vissuto personale. Ingo passa dall’essere un classico antagonista oppressore a essere forse il miglior amico di un più indifeso Emanuele Conti. Da “uomo tutto d’un pezzo” a confessore delle sue debolezze più dolorose. Sono davvero felice di questo riconoscimento, che mi ripaga dello studio, della costanza e dell’impegno che ho messo sia nella mia formazione che nel lavoro per cui sono profondamente grato».