Gli sradicati di Grigia assenza volano sui palchi in Argentina
Nuova produzione del Tsa dal testo di “Tito” Cossa, regia di Angelucci Marino Cinque maschere contemporanee per raccontare una famiglia senza più identità
L’AQUILA. Se lo scorso anno i riflettori erano puntati su Stéfano, un grande classico del teatro argentino, ora una nuova produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo sbarca nella terra del tango: si tratta della commedia Grigia assenza, di Roberto “Tito” Cossa con la regia di Stefano Angelucci Marino. Lo spettacolo, invitato dall’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, sarà in Argentina tournée dal 20 novembre al 15 dicembre. Il lavoro andrà in scena a Buenos Aires, Mar del Plata, Rosario, Miramar, Balcarce, Villa Gobernador Galvez, Funes e Berazategui.
Il progetto Grigia assenza nasce dall’esperienza teatrale vissuta in Sudamerica (Argentina, Uruguay e Paraguay) dal 2014 a tutt’oggi dagli attori e registi Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini, grazie a cinque produzioni (Tanos 2016, Arturo lo chef 2018, Hermanos 2019, Familia Paone 2022 e lo stesso Stéfano di Armando Discepolo 2023) tutte realizzate con il Tsa. I due artisti, creatori del Teatro del Sangro e del teatro Studio di Lanciano Treglio, dopo essere entrati in contatto diretto con la prima, seconda, terza e quarta generazione dei migranti italiani e abruzzesi, sentono ora il bisogno di affrontare la grande drammaturgia argentina di origine italiana. Grigia assenza vede in scena Stefano Angelucci Marino, Rossella Gesini, Paolo Del Peschio, Giordano Gaspari. Le maschere sono state realizzate dal maestro Stefano Perocco di Meduna, gli elementi scenici a cura di Luisa Nicolucci e i costumi di Vize Ruffo. Produzione Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con il Teatro del Sangro.
Lo spettacolo racconta di una famiglia italo-argentina sradicata a causa delle diverse migrazioni che ha dovuto attraversare. L'azione si svolge in Italia, negli anni Ottanta e il conflitto che muove la storia è scatenato dalla mancanza di un’identità forte, dalle barriere linguistiche e dall’incomunicabilità tra le tre generazioni che compongono questa nucleo. Nostalgia e disadattamento, sommati ai bisogni economici, completano il quadro di alienazione. La trama mette di fronte lo spettatore a una famiglia argentina di immigrati italiani che torna a Roma e apre un ristorante chiamato Trattoria La Argentina. Lì c’è una madre italiana che si scontra con la figlia che si sente oramai “spagnola”, il figlio assente che parla al telefono in inglese con i genitori, il nonno argentino che canta pezzi di canzoni italiane e non distingue Roma da Buenos Aires, lo zio Ciccio in guerra con l’Italia e gli italiani, tutto è un mix a prima vista divertente ma triste allo stesso tempo. Un’apparente normalità circonda una profonda infelicità. Cinque maschere contemporanee che permettono la trasfigurazione. Un particolare codice espressivo nato dalle suggestioni create dai murales e dai “bamboloni” della Boca, il celebre barrio porteño contraddistinto da una forte impronta italiana. Dialoghi semplici, diretti, scarni.
Questi gli elementi formali scelti per raccontare una storia di italiani senza Patria. «Tutti i membri di questo gruppo familiare», ha sottolineato il regista Stefano Angelucci Marino, «risentono dell'impronta della migrazione dall’Argentina, pertanto il dubbio e la nostalgia di non appartenere e di non avere una famiglia unita turba la loro dignità individuale. Il tema fondamentale di Gris de Ausencia è la ricerca dell'identità perduta con l’esilio, per l’assenza di opportunità nel proprio Paese, per la mancanza di lavoro e per l’impossibilità di costruire il proprio futuro».
Ieri la presentazione alla sala “Isolina Scarsella” del Consiglio regionale. Presenti il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il vice sindaco dell'Aquila Raffaele Daniele, il vice presidente del Tsa Carlo Dante e Stefano Angelucci Marino.«Sono molto soddisfatto di quanto il Tsa sta facendo con il Teatro del Sangro», ha detto Marsilio: «per il secondo anno consecutivo sono riusciti ad organizzare una prestigiosa tournée in Argentina, anche grazie alla collaborazione del Cram, il Consiglio Regionale degli abruzzesi nel mondo. Queste iniziative rafforzano il legame che ci unisce alla comunità abruzzese in Argentina e mostrano alle nuove generazioni le tradizioni, le radici del nostro patrimonio culturale».