L’arte dell’abruzzese Valentina Colella in mostra a Napoli 

Tra le opere esposte “Quello che resta”, un’installazione che racconta la morte e il suo superamento

PESCARA. The artist is present. Presente e consapevole del suo mandato è Valentina Colella (Sulmona, 1984), una visione originalissima, la dolorosa catartica trasfigurazione, il compito ultimo di accompagnare nel suo viaggio la sua opera monstre “Quello che resta”, installazione 2x2 metri, intaglio su 2.916 carte fine art e 54 posizioni del volo di una poiana, rappresentazione della morte e suo superamento. Viaggio che l'ha portata in finale due anni fa al premio Cairo (Palazzo Reale, Milano) e che ora la trova emergente protagonista della personale “Le possibilità di un volo” curata da Valerio Dehò e dedicatale dalla Dafna Gallery di Napoli, città dove negli ultimi tempi Valentina ha portato a compimento due capitoli del suo racconto “Where the stars sleep”, sempre con l'organizzazione di Danilo Ambrosino e Anna Fresa (Dafna).
Artista di trincea Valentina Colella, abruzzese di Introdacqua, tosta e profonda. Cerca il pieno nel vuoto, indaga il dolore personale, la morte, il destino, le stelle. Con il suo pubblico Valentina ne condivide traiettorie, personali disincanti e incertezze. Che poi rilancia in nuove poetiche narrazioni intorno all'enigma dell'esistenza. Dialogo mai interrotto, rigoroso, intimo e universale che adesso diventa provocazione, sfida al voler restare umani. Lo testimonia il suo excursus partenopeo appena lanciato con una mirata due-giorni di appuntamenti nel “caldo” fine settimana appena trascorso e prolungata a tre, tante le prenotazioni. Affluenza no stop ma disciplinata dalle misure di sicurezza anti covid: «Una cosa strana, come dal medico che riceve pazienti. E quel medico sarei proprio io», racconta Valentina , «la cosa incredibile è che il pubblico si è autoselezionato e motivato, si trattiene per tutta la mezz'ora che puoi concedergli mentre si offre un caffè a tutti, bellissimo. Questa formula dettata dal tragico incalzare del virus, così distanziata e rispettosa nei riguardi dell'artista e dell'arte mi ha colpito molto. È un momento storico nuovo per noi tutti, strano e spaventoso», riflette l'artista, che in mostra a Napoli fino al 24 gennaio presenta l’evoluzione della sua iconografia del volo.
E c'è già pronto un seguito, il progetto “Dirty Flowers”, che Valentina presenterà in esclusiva per Dafna a Napoli. L’icona del volo lascia spazio ai fiori, "fiori maledetti, fiori del Male”, dice l'artista. Nel nuovo ciclo mutano le narrazioni, i riferimenti personali ed emotivi, ma resta il rigore e l’analiticità del suo modus operandi. Valentina Colella è stata inserita negli speciali di Arte Investimenti tra i “nomi già sicuri e in continua ascesa”. Nel suo curriculum, ormai internazionale, presenta per la prima volta lo screenshot con l’immagine del volo nel 2013 in ”Hundred Years” all’interno della collettiva “Whiteout” a Londra. Da annoverare le residenze in Uruguay (2018) e Sud Africa (2017); ”Gestures” (2015) curata da Valerio Dehò in Taiwan, in mostra con Marina Abramovich.