Rocky Marciano e l’Abruzzo «Vi racconto il mio film su quella storia d’amore» 

Il regista Francesco Henderson Pepe a Ripa Teatina alle radici del campione per preparare la pellicola sulla vita di uno dei più grandi pugili di tutti i tempi

RIPA TEATINA. «Un’idea che coltivavo da parecchio anche perché, praticando pugilato, ho sempre considerato Rocky Marciano un assoluto punto di riferimento». E così il giovane regista romano Francesco Henderson Pepe ha rotto gli indugi decidendo di portare sul grande schermo la leggenda di un campione che parecchi addetti ai lavori considerano il più grande pugile di tutti i tempi. Per lui 49 vittorie su altrettanti incontri, di cui 43 per ko, unico campione mondiale dei pesi massimi a terminare la carriera imbattuto attraverso una storia affascinante che, nella seconda metà del secolo scorso, ha sicuramente valicato i confini del mondo sportivo.
Una storia di emigrazione, sacrificio e speranza. «Era un po’ di tutti loro e non amava la sconfitta», si racconta di Marciano riferendosi al rapporto che, negli Stati Uniti, si era appunto instaurato con i tanti emigranti italiani che, come papà Pierino, avevano cercato un’occasione di riscatto lontano da casa. Partendo, con la classica valigia di cartone, da Ripa Teatina dove Henderson Pepe si è recato nei giorni scorsi alla scoperta di quel filo indissolubile che ha sempre legato il campione alle proprie origini. «Un’esperienza bellissima», afferma il regista, «che ha finito per accrescere l’entusiasmo con il quale mi sto avvicinando a questo nuovo lavoro». Lavoro che fa seguito all’opera prima “Amaro amore” con la quale ha ottenuto diversi riconoscimenti, un film che ha tra gli interpreti Angela Molina.
IL MITO. Ora l’idea di avvicinarsi ed avvicinare il pubblico ad un autentico mito come quello di Marciano. «L’ intenzione è soprattutto quella di mostrare la determinazione di un uomo, la sua voglia di riscatto sociale. Rocky, da bambino, vedeva il padre lavorare in una fabbrica di scarpe e il suo desiderio era quello di portarlo via da lì e far comunque vivere meglio l’intera famiglia. Cinque fratelli ed una vita che non prometteva nulla di buono, quindi la boxe, la palestra di New York ed il prendere corpo di una sorta di sfida verso il mondo intero. Non amava la vita mondana e anche dopo il successo, infatti, ha sempre vissuto a Brockton, sua città natale. Ho tenuto a sottolineare proprio questi aspetti di un uomo estremamente determinato e comunque sicuramente in grado di scrivere il proprio destino. Nel rivedere i suoi incontri, poi, si nota immediatamente qualcosa di particolare che andava al di là del talento e di quella grande preparazione atletica che gli permetteva di incassare tanti colpi».
Orgoglio, forza, tenacia. Doti tipiche del popolo abruzzese puntualmente celebrate ogni anno a Ripa Teatina in occasione del “Festival Rocky Marciano”. «Dopo aver conosciuto ed apprezzato, attraverso una giornata trascorsa in compagnia dell’assessore al turismo Gianluca Palladinetti, l’estrema attenzione con la quale questo paese custodisce e perpetua il mito di Marciano», continua sorridendo Henderson Pepe, «ho avuto anche modo di ascoltare la radiocronaca dell’incontro con il grande Joe Louis dalla voce di un giovanissimo Mike Bongiorno e visitare la splendida mostra itinerante dedicata al campione rimanendo comunque impressionato dallo spessore culturale delle iniziative che vengono organizzate nel nome e nel ricordo di Rocky.
Me ne aveva parlato Giuliano Orlando, biografo di Marciano e decano del giornalismo pugilistico, al quale, circa un anno fa, ho proposto la mia idea. E’ nato subito un rapporto di amicizia per poi passare ad una proficua collaborazione nella scrittura della sceneggiatura».
IL CAST. Scenografie affidate alla prestigiosa firma di Gianni Quaranta con diverse riprese previste proprio a Ripa e dintorni, poi i teatri di posa di Cinecittà e ci si sposterà anche negli Stati Uniti, sia a Brockton che a New York. «Marciano morì in un incidente aereo il 31 agosto del 1969, un giorno prima di compiere 46 anni, e il film inizierà da un suo memorabile incontro per poi tornare indietro nel raccontare la storia del campione dal 1948 al giorno della morte con episodi del passato a riproporre puntualmente immagini di una difficile infanzia. In ogni caso, non ho intenzione di usare molti materiali di repertorio ma solo qualche contributo radiofonico e televisivo mentre tutti gli incontri verranno ricostruiti con attori. Per quanto riguarda il protagonista, al momento posso solo dire che ad interpretare Rocky sarà un attore di grande esperienza che pratica già il pugilato e verrà seguito, nella preparazione, dal campione dei supermedi Daniele Scardina il quale potrebbe avere anche un ruolo nel film».
L’ABRUZZO NEL FILM. Ci sarà, comunque, parecchio Abruzzo nella pellicola di Henderson Pepe. «La cosa ci lusinga», afferma il sindaco di Ripa Teatina, Ignazio Rucci, «e abbiamo già preso contatti con la Regione e lo stesso ministero dei Beni culturali per ottenere specifiche risorse, attraverso la Film commission, nella convinzione che questo film possa rappresentare qualcosa di importante per la promozione del nostro territorio e dei suoi valori». Ancora un’occhiata alle foto della famiglia di Rocco Francis Marchegiano, cognome poi trasformato all’anagrafe americana in Marciano, ma per tutti, a Ripa, “il figlio di Pierino il calzolaio”, fino a quelle della visita, segnata da uno straripante entusiasmo, del campione al paese d’origine. Un lampo negli occhi del regista che riprende con passione: «Un pugile completo, un’autentica macchina da guerra con un fisico eccezionale e dei colpi micidiali. Nell’incontro con Archie Moore sferrò ben 63 ganci consecutivi, tutti di una potenza incredibile. E quello era un pugilato più rischioso dove ci si faceva male per davvero. No, nessun film sulla boxe mi ha ispirato in maniera particolare ma ci sono comunque delle pellicole che preferisco come, ad esempio, "Toro Scatenato”, "Alì", il primo “Rocky” e “Lassù qualcuno mi ama” dove Paul Newman interpreta Rocky Graziano. Chissà, forse Stallone avrà magari pensato anche a lui ma, nel primo film della serie, c’è proprio la foto di Marciano appesa al muro del suo piccolo appartamento». Come dire che Rocky Marciano “non si batte”. Infatti non c’è riuscito nessuno.
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