da stasera su Food Network  

Torna “L’Italia a morsi”,  Chiara Maci e i segreti dei custodi delle tradizioni

ROMA. «Sono fortunata. Entro nelle case delle persone da sconosciuta. E dopo due giorni di riprese, esco da amica. La cucina, come nella vita, è una scusa per stare insieme, stringere legami,...

ROMA. «Sono fortunata. Entro nelle case delle persone da sconosciuta. E dopo due giorni di riprese, esco da amica. La cucina, come nella vita, è una scusa per stare insieme, stringere legami, scoprire storie». Parola di Chiara Maci, food blogger da quasi 700 mila followers sul suo profilo chiarainpentola, mamma di Bianca e Andrea, compagna dello che f Filippo La Mantia, pronta a tornare in tv con la terza edizione di L'Italia a morsi, da stasera alle 22 su Food Network (canale 33) e poi in streaming su Discovery+. Venti puntate su e già per lo Stivale, in cui i protagonisti saranno i «custodi della tradizione», tra nonne che preservano antiche ricette e mamme appassionate di cucina, organizzatori di sagre storiche, confraternite enogastronomiche, autrici di libri di cucina. Insomma, tutti amanti delle specialità made in Italy, che hanno preso l'impegno di conservare e tramandare i segreti della tradizione enogastronomica nostrana.
«Siamo partiti a settembre con un grande punto interrogativo. Una troupe di 12 persone, in giro per l’Italia fino a dicembre: non era scontato riuscirci», racconta Maci. La prima tappa sarà Mantova, per proseguire poi a Viareggio, Ancona, Livorno, Bergamo, Venezia, Urbino, Crema.
«Il bello è stato riscoprire ricette che gli stessi abitanti locali a volte non conoscono», prosegue. «Come la torta dolce di spinaci che a Reggio Emilia si mangia a colazione. Se vai al ristorante non la trovi. Soprattutto, sono piatti che raccontano storie. A Ferrara ho incontrato un panettiere di più di 80 anni, che continua a preparare il tipico pane locale secondo la ricetta del papà, morto in guerra. Ho capito che da sempre è un modo per tenerlo ancora in vita, accanto a sé. O il pasticcere di Viareggio delle Bombe della Fauzia, intitolate a sua moglie. Se gli chiedi quale sia il segreto risponde: l’amore per la Fauzia. E ha ragione lui», riflette. «Le ricette delle nostre nonne, in realtà, per il 90% sono “sbagliate”, usano grassi e cotture in modo scorretto. “Stressano” gli ingredienti. Ma non importa. La ricetta perfetta è quella che ha dentro l’emozione, che ti ricorda quando eri bambino. Anche io oggi porto in tavola uno stufato di patate, zucchine e pomodoro su un letto di friselle, che dello stufato in realtà non ha nulla, ma che mi preparava mia mamma e che probabilmente arriverà anche ai figli dei miei figli».