Carmela Remigio a Chieti per il Fondo Carloni
L’amatissimo Mozart e l’immancabile omaggio a Tosti sono il fulcro del concerto che Carmela Remigio, soprano pescarese di casa nei più importanti teatri di tutto il mondo (ha appena concluso le recite del «Don Giovanni» di Mozart alla Scala), terrà martedì prossimo, 23 febbraio, alle 21 al teatro Marrucino per sostenere il Fondo Carloni. La cantante sarà accompagnata dall’Orchestra sinfonica abruzzese diretta per l’occasione da Marcello Bufalini.
L’iniziativa della Fondazione Carichieti, ideata dal suo presidente Mario Di Nisio e da Francesco Sanvitale, a cui partecipa anche il quotidiano il Centro (si veda riquadro), punta a raccogliere fondi per ricomprare gli strumenti agli artisti aquilani che li abbiano persi durante il terremoto del 6 aprile 2009.
Carmela Remigio è il secondo grande ospite della rassegna, dopo il pianista Ivo Pogorelich, esibitosi a Chieti domenica 24 gennaio. Il soprano pescarese ha risposto alle domande del Centro.
Grazie a lei la Scala, il 7 aprile dello scorso anno, un giorno dopo il terribile sisma che ha colpito L’Aquila, si è mobilitata per aiutare la città.
«Proprio quella sera, la sera successiva al disastro, dovevo salire sul palco, con la morte nel cuore, naturalmente. Ma tutto il teatro è stato sensibile tanto che è stato deciso che l’intero incasso di quella prima (per il «Viaggio a Reims» di Rossini, con la regia di Luca Ronconi, ndr) sarebbe stato devoluto alle vittime del terremoto. Tutti noi artisti abbiamo partecipato devolvendo i nostri cachet della serata. Sono dunque contenta di poter partecipare a questa meravigliosa iniziativa del Fondo Carloni della Fondazione Carichieti per aiutare, concretamente e direttamente, i miei colleghi musicisti aquilani. Non dimentico mai la solidarietà per la mia gente».
Proprio in questi giorni è nei negozi di dischi il suo cd «Arias», prodotto dalla Decca universal.
«Sì, è una raccolta di brani da camera, un doppio cd, con brani di Tosti e Rossini. E la sera del concerto verrà regalato a tutte le persone che acquistano il biglietto. Grazie alla Fondazione Carichieti è stato possibile fare anche questa operazione. Il disco, con Leone Magiera al pianoforte, è composto da arie da camera di Tosti e Rossini messi in qualche modo a confronto».
Ha appena concluso le rappresentazioni del «Don Giovanni» alla Scala. Un’opera che è un po’ nel suo dna, visto che l’ha interpretata tante volte.
«Non solo l’ho interpretata tante volte ma sarà al centro dei miei prossimi due impegni: il 19 e 21 marzo ad Ancona, per la regia di Pier Luigi Pizzi, e poi a maggio alla Fenice di Venezia. Ma se alla Scala ho interpretato donna Anna nei prossimi due casi interpreterò donna Elvira. Poi ci sarà il Faust di Gounod, a Macerata, e il Roberto Devereux di Donizetti all’Opera di Roma e, a dicembre, la Boheme a Siviglia».
Per il concerto del Fondo Carloni, finalmente, potrà tornare a Pescara.
«Sì, sono lontana dalla mia città da molto tempo e colgo l’occasione per tornarci dopo diversi mesi».
L’Abruzzo ha in lei, in Monica Bacelli, in Ildebrando D’Arcangelo e in tanti altri cantanti delle eccellenze incredibili per una regione che non ha tradizioni operistiche. Cosa si dovrebbe fare per cambiare questa situazione?
«Credo che dovrebbero essere i politici a dover essere più attenti a quello che si potrebbe fare nella nostra regione. Abbiamo le forze, la creatività, le eccellenze ma non siamo in grado di dare un prestigio ancora maggiore alla nostra terra perché non riusciamo a trovare i fondi necessari».

L’iniziativa della Fondazione Carichieti, ideata dal suo presidente Mario Di Nisio e da Francesco Sanvitale, a cui partecipa anche il quotidiano il Centro (si veda riquadro), punta a raccogliere fondi per ricomprare gli strumenti agli artisti aquilani che li abbiano persi durante il terremoto del 6 aprile 2009.
Carmela Remigio è il secondo grande ospite della rassegna, dopo il pianista Ivo Pogorelich, esibitosi a Chieti domenica 24 gennaio. Il soprano pescarese ha risposto alle domande del Centro.
Grazie a lei la Scala, il 7 aprile dello scorso anno, un giorno dopo il terribile sisma che ha colpito L’Aquila, si è mobilitata per aiutare la città.
«Proprio quella sera, la sera successiva al disastro, dovevo salire sul palco, con la morte nel cuore, naturalmente. Ma tutto il teatro è stato sensibile tanto che è stato deciso che l’intero incasso di quella prima (per il «Viaggio a Reims» di Rossini, con la regia di Luca Ronconi, ndr) sarebbe stato devoluto alle vittime del terremoto. Tutti noi artisti abbiamo partecipato devolvendo i nostri cachet della serata. Sono dunque contenta di poter partecipare a questa meravigliosa iniziativa del Fondo Carloni della Fondazione Carichieti per aiutare, concretamente e direttamente, i miei colleghi musicisti aquilani. Non dimentico mai la solidarietà per la mia gente».
Proprio in questi giorni è nei negozi di dischi il suo cd «Arias», prodotto dalla Decca universal.
«Sì, è una raccolta di brani da camera, un doppio cd, con brani di Tosti e Rossini. E la sera del concerto verrà regalato a tutte le persone che acquistano il biglietto. Grazie alla Fondazione Carichieti è stato possibile fare anche questa operazione. Il disco, con Leone Magiera al pianoforte, è composto da arie da camera di Tosti e Rossini messi in qualche modo a confronto».
Ha appena concluso le rappresentazioni del «Don Giovanni» alla Scala. Un’opera che è un po’ nel suo dna, visto che l’ha interpretata tante volte.
«Non solo l’ho interpretata tante volte ma sarà al centro dei miei prossimi due impegni: il 19 e 21 marzo ad Ancona, per la regia di Pier Luigi Pizzi, e poi a maggio alla Fenice di Venezia. Ma se alla Scala ho interpretato donna Anna nei prossimi due casi interpreterò donna Elvira. Poi ci sarà il Faust di Gounod, a Macerata, e il Roberto Devereux di Donizetti all’Opera di Roma e, a dicembre, la Boheme a Siviglia».
Per il concerto del Fondo Carloni, finalmente, potrà tornare a Pescara.
«Sì, sono lontana dalla mia città da molto tempo e colgo l’occasione per tornarci dopo diversi mesi».
L’Abruzzo ha in lei, in Monica Bacelli, in Ildebrando D’Arcangelo e in tanti altri cantanti delle eccellenze incredibili per una regione che non ha tradizioni operistiche. Cosa si dovrebbe fare per cambiare questa situazione?
«Credo che dovrebbero essere i politici a dover essere più attenti a quello che si potrebbe fare nella nostra regione. Abbiamo le forze, la creatività, le eccellenze ma non siamo in grado di dare un prestigio ancora maggiore alla nostra terra perché non riusciamo a trovare i fondi necessari».

