Bollette dell’acqua distacchi ai morosi insorgono i comitati

Contro i tagli minacciati dalla Sasi anche Rifondazione: «Non garantire un bene fondamentale è una vergogna»
LANCIANO. «La Sasi taglia l'acqua ai cittadini, è una vergogna». Non usano mezzi termini Marco Fars, Riccardo Di Gregorio e Renato Settembrini, segretario regionale, provinciale e cittadino di Rifondazione comunista nel commentare la scelta della Sasi di ridurre la morosità chiudendo l’acqua, quando necessario, agli oltre 10mila utenti che non pagano il servizio causando danni all’azienda da per oltre 10 milioni di euro.
«I vertici della Sasi non contenti di aver confezionato un'operazione di riorganizzazione del personale che comporterebbe promozioni a spese del contribuente (a riguardo il presidente Domenico Scutti ha precisato che non ci sono promozioni ma una revisione degli inquadramenti che saranno approvati dal nuovo cda, ndc) ora scatena un'offensiva contro migliaia di famiglie» dicono i segretari Prc. «Non c'è nulla di più odioso del taglio dell'acqua, diritto essenziale di ogni essere umano. Stupisce che questo avvenga con un'operazione così vasta che non distingue i "furbi" dalle persone in difficoltà. C'è sicuramente da indagare su come si possa arrivare a una morosità così diffusa ma va almeno distinta quella incolpevole. Tenere conto delle fasce di reddito e della situazione economica delle persone è doveroso».
A schierarsi contro le chiusure dei contatori ai morosi che hanno problemi economici conseguenti alla crisi sono anche Amanda de Menna e Ines Palena del Comitato acqua bene Comune Lanciano. «Certamente è dovere di un buon amministratore recuperare le morosità, indagare sul perché siano arrivate ad un livello così diffuso», sostengono, «non è però accettabile che non si provi a distinguere la cosiddetta morosità “incolpelvole”, quella dovuta ad esempio agli effetti della crisi che da più di 3 anni condanna una grossa fetta del nostro paese a vivere ormai sull’orlo della povertà. Ci chiediamo infatti come mai la Sasi, a differenza di altre società di gestione dei servizi idrici in Italia, non abbia applicato una politica di distacco parziale (al 75% ad esempio) anziché totale del servizio, garantendo in questo modo alle utenze comunque un quantitativo base di acqua, per poter dare alle famiglie condizioni minime di igiene e di decoro. Ci chiediamo anche come mai la Sasi abbia incaricato un pool di avvocati per la riscossione dei crediti, anziché procedere con i propri uffici, e che pertanto i cittadini debbano, oltre a pagare il dovuto, caricarsi anche i circa 100 euro di “spese legali”».
Per il comitato il recupero delle morosità dovrebbe essere accompagnato dal mantenimento di un quantitativo minimo di acqua per le utenze private, che siano valutate fasce di esenzione basate su reddito e soprattutto che non siano caricate sugli utenti le “spese legali”. Da parte sua il presidente Scutti ha già precisato che «le spese legali sono tariffe imposte dalle legge non a discrezione dell’azienda» e che la Sasi «dilaziona i pagamenti alle famiglie in difficoltà».
Teresa Di Rocco
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