Edilizia in crisi resta chiuso il 70% dei cantieri

5 Gennaio 2013

Nel Chietino più di tremila lavoratori sono rimasti a casa Puccioni (Federchimica): nuova politica industriale

VASTO. Il 2012 è ormai alle spalle. Lunedì le fabbriche riapriranno i cancelli. Resta chiuso purtroppo il 70% dei cantieri edili. L'economia del Vastese è in profonda recessione. Se a livello regionale i posti di lavoro persi sono 12mila nel Chietino le imprese edili iscritte a Edilcassa sono passate da 8mila a 3mila e più di 3 mila lavoratori sono rimasti a casa.

Aziende che fino al 2010 avevano 600 dipendenti adesso ne hanno 80.

L'effetto domino produce la chiusura o il ridimensionamento delle attività che producono materiale per l'edilizia, dai vetri, al materiale isolante, inerti e prodotti chimici.

Cesare Puccioni, presidente nazionale di Federchimica e titolare dell' omonima impresa di Punta Penna invoca dal governo nazionale una nuova politica industriale capace di rimettere in moto l'economia. Puccioni e come lui gli industriali del Vastese chiedono incentivi fiscali, norme ad hoc per rilanciare il settore, una burocrazia più snella e la promozione per le aziende del cosiddetto patto generazionale fra lavoratori anziani e giovani per un migliore accesso al mondo del lavoro. Che la situazione sia drammatica lo confermano i sindacati.

Le aziende che speravano di avere nuove opportunità con i fondi destinati all'edilizia popolare sono rimaste a bocca asciutta. Gli impianti di lavorazione dei materiali per l'edilizia stanno scomparendo. Il fatturato delle imprese chimiche che producono materiali edili è sceso del 25%. Il mercato sta crollando. Insieme all'edilizia sono in agonia i comparti ad essa collegati, elettricisti, falegnami, impiantisti. Aumenta al contrario lo sfruttamento del lavoro in nero.

«E' necessario avviare iniziative che riescano a fermare la parabola della crisi da due anni ormai puntata verso il basso», dice Puccioni. Per prima cosa l'imprenditore chiede una riforma urgente sulle norme burocratiche che riguardano le imprese. «La burocrazia continua a mettere i bastoni fra le ruote a chi vuole investire e lavorare».

Le imprese in accordo con i sindacati hanno varato qualche giorno fa il patto generazionale tra lavoratori anziani e giovani.

«E' importante per una maggiore elasticità nell'impiego della manodopera e aiuta tanti giovani ad entrare nol mondo del lavoro. Senza lavoro non c'è reddito e non si investe in edilizia. E' un circolo vizioso che va interrotto», insiste l'industriale. Tre mesi fa imprese e sindacati hanno già dato vita a due manifestazioni di protesta a livello nazionale. Più di un lavoratore invoca la protesta anche nel Chietino e nel Vastese per attirare l'attenzione delle istituzioni ed ottenere la giusta considerazione.

«Senza lavoro Vasto e il suo comprensorio moriranno», è il disperato appello dei lavoratori, «basta guardare quanti cantieri sono fermi».

I sindacati sperano che a breve la Provincia convochi un tavolo tecnico per trovare rimedio alla crisi e rimettere in moto l'economia. La Cisl qualche settimana fa ha proposto un Patto per l'edilizia che oltre a rilanciare il settore riesca a monitorare le opere pubbliche e private per verificare periodicamente lo stato di realizzazione e il rispetto della tempistica.

Per uscire dalla crisi a parere di Cesare Puccioni non c'è che una strada, l'industria.

Se il manifatturiero non riparte è difficile trovare carburante per ricominciare a risalire la china.

Paola Calvano

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