L’ex manager Asl: così hanno distrutto la mia sanità

26 Aprile 2014

«Bisogna trasformare i piccoli presidi in case della salute Lanciano e Vasto devono avere strutture riqualificate»

LANCIANO. «La sanità in questa zona cancella la dignità dei malati. Qui è fatta di mancanza di servizi e mobilità passiva, di malati costretti a fare sacrifici per curarsi. Mia moglie è stata trasferita dalla Rianimazione di Pescara a quella di Chieti. E via viaggi ogni giorno e conseguenti spese per poterla vedere e sapere come sta. Nonostante viaggiare sia difficile per me che non sto bene. Poi dovrà fare la riabilitazione. Dove? Forse a Scerne di Pineto se va bene, perché nelle altre strutture non c’è posto. È questa la sanità che abbiamo, fatta di dolore e sofferenza per chi è malato. Bisogna cambiare. Bisogna ridare dignità ai pazienti». Questa drammatica testimonianza di un lancianese da sola ha fatto capire il tema del convegno organizzato dal Pd alla Casa di conversazione sul tema: “Voci dal deserto della salute”. Dove il deserto è quello dell’area frentana e vastese che negli ultimi 5 anni è stata depredata di ospedali, posti letto, servizi, diagnostica e personale, con la promessa di investimenti su un territorio rimasto, invece, scoperto. E con i malati, costretti a viaggi della speranza verso centri in cui potersi curare.

«Le cose devono cambiare. Io non ho lasciato questa situazione quando il 30 settembre 2009 sono andato via», ha detto Michele Caporossi, ex manager della ex Asl Lanciano-Vasto e oggi manager della Asl di Latina, «serve un’azienda pensante che coniughi progettazione e innovazione. Ci sono poche risorse, ma possono essere usate bene con progetti di sviluppo che soddisfino i veri bisogni. Bisogna unire in rete ospedali, medici e pediatri di base, creare il fascicolo sanitario elettronico, trasformare i piccoli ospedali in case della salute dove c‘è assistenza infermieristica 24 ore al giorno, medici generali a 12 ore, specializzazioni, un punto di primo intervento che lavora per evitare di ingolfare i pronto soccorso maggiori. Si può fare a Casoli, ad Atessa», ha sottolineato Caporossi, «mentre Lanciano e Vasto devono essere riqualificati, non mortificati con tagli di posti letto che sono sotto i livelli essenziali di assistenza».

Il Renzetti e il San Pio, invece, come ha fatto notare dal sindaco di Lanciano, Mario Pupillo e da quello di Vasto, Luciano Lapenna, sono stati declassati, privati di unità e posti letto. A Vasto l’Emodinamica è un sogno, mentre tra Chieti e Pescara ce ne sono 5. A Lanciano hanno smantellato il trauma-team. E sul territorio l’emergenza urgenza è all’anno zero. «È una sanità a pezzi», ha detto Lapenna, mentre Caporossi ha ricordato di aver lasciato un piano con 5 postazioni medicalizzate del 118 e 29 milioni di euro per il Renzetti: soldi finiti in qualche calderone.

Teresa Di Rocco

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