Lingerie e profilattici trovati nel «B&B» del sesso

17 Aprile 2014

L’AQUILA. Lingerie e profilattici nelle stanze del «B&B» del sesso. Questi i «reperti» recuperati dai carabinieri nel corso del blitz avvenuto due giorni fa all’interno del bed and breakfast...

L’AQUILA. Lingerie e profilattici nelle stanze del «B&B» del sesso. Questi i «reperti» recuperati dai carabinieri nel corso del blitz avvenuto due giorni fa all’interno del bed and breakfast «Royal», situato in via Roma 32, nel tratto della statale 17 che attraversa il territorio comunale di Scoppito. Una struttura ricettiva finita sotto sequestro preventivo in forza di un provvedimento che porta la firma del giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila Marco Billi, in accoglimento di un’analoga richiesta presentata dal pubblico ministero Stefano Gallo.

Gli stessi carabinieri, in abiti civili, hanno voluto verificare «sul campo» le modalità di accesso alla struttura, dal primo contatto con le ragazze che lì prendevano una stanza in affitto (pagandola 50 euro a notte ai gestori indiani) fino al momento della trattativa per la prestazione, prima di defilarsi sempre con una scusa diversa. Incursioni che non hanno destato, tuttavia, alcun sospetto nelle persone che avevano deciso di vendere il proprio corpo in quelle stanze. Ma che sono servite per dettagliare, nei verbali consegnati alla Procura della Repubblica, quanto avveniva all’interno di quella casa.

Un’altra parte importante dell’indagine sul sesso a pagamento – che ha messo in subbuglio la vita tranquilla di Scoppito – è stata scritta grazie al racconto delle testimonianze dei clienti. I quali, sentiti all’uscita da quella struttura dove, secondo le risultanze dei pedinamenti, il viavai era piuttosto sostenuto, hanno raccontato come hanno scoperto il residence a luci rosse. Gli annunci erano stati pubblicizzati attraverso siti Internet specializzati. Dai quali era possibile visualizzare anche alcune fotografie delle ragazze, perlopiù originarie di Brasile e Romania. Tuttavia, secondo alcuni racconti, per allargare il giro d’affari (che ammonterebbe, secondo alcune stime, a svariate migliaia di euro) funzionava bene anche il passaparola, che ha fatto arrivare a Scoppito numerosi frequentatori della struttura, provenienti anche da alcuni centri della vicina provincia di Rieti.Il primo aspetto del quale si sono preoccupati quasi tutti i clienti «intervistati» dai carabinieri è quello che le loro famiglie venissero tenute all’oscuro delle loro frequentazioni. Il sequestro è scattato in quanto, secondo il gip, la libera disponibilità dell’immobile da parte degli indagati (i tre indiani che risiedono nella frazione di Pianola) avrebbe potuto aggravare oppure protrarre le conseguenze del reato, oltre a consentirne la reiterazione.(e.n.)

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