Droga, arrestato barista di Manoppello

18 Gennaio 2012

Era già stato denunciato dalla mamma e dalla fidanzata per maltrattamenti

MANOPPELLO. Per colpa della droga si è fatto terra bruciata, al punto da essere denunciato perfino dalla mamma e dalla fidanzata, stanche delle sue sfuriate. Perfino la comunità dove aveva provato a curarsi lo aveva mandato via. Due giorni fa, sempre per colpa della droga, il ragazzo è stato arrestato. È un barista di Manoppello sorpreso con 35 grammi di cocaina.

Da tempo i carabinieri della compagnia di Popoli coordinati dal capitano Pasquale Del Giudice, e in particolare i militari della stazione di Manoppello diretti dal comandante Loris Zonetti, tenevano d'occhio Leonardo Pizzi, 29 anni, originario di San Giovanni Teatino

Già noto alle forze dell'ordine per via delle denunce da parte di genitori e fidanzata, il barista negli ultimi giorni era stato sottoposto a una serie di pedinamenti.

A insospettire i militari era stato il continuo andirivieni di tossicodipendenti a casa del giovane, soprattutto nelle prime ore del pomeriggio e dopo la mezzanotte. Quanto basta per indurre gli investigatori a potenziare i controlli nei suoi confronti.

È così che lunedì hanno seguito il giovane che, a bordo della sua vettura, ha lasciato Manoppello, dove abita e lavora, per raggiungere Pescara dove presumibilmente ha acquistato la droga che, secondo i carabinieri, si preparava a smerciare a Manoppello.

Ma nel viaggio di ritorno il giovane si è fermato a casa dei genitori, a San Giovanni Teatino, senza sapere che ad attenderlo sotto l'abitazione c'erano proprio i militari. Il successivo controllo ha finito per confermare quanto sospettato: all'interno della macchina, nascosto nel portaoggetti, c'era un pezzo di cocaina in pietra di circa 35 grammi. Quanto basta per far scattare l'arresto per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.

Una storia tormentata quella del barista, almeno per quanto riguarda gli ultimi cinque anni. Cinque anni d'inferno per la famiglia che solo tre anni fa, dopo due anni di terrore e di tentativi di far curare il ragazzo in strutture autorizzate, ha chiesto aiuto ai carabinieri, raccontando di armadi danneggiati, specchietti d'auto spezzati e di percosse ripetute alla madre ogni volta che riprendeva il figlio sulla sua condotta di vita.

Alla fine il Tribunale di Chieti aveva emesso nei suoi confronti un provvedimento di allontanamento dalla casa dei genitori, provvedimento che lui aveva violato beccandosi un'ennesima denuncia da parte dei carabinieri di Chieti.

Fino all'anno scorso quando, stanca di subìre maltrattamenti, anche la fidanzata si è rivolta ai militari. (s.d.l.)

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