Porto insabbiato, Snav in allarme

18 Marzo 2011

La società chiede garanzie: a rischio i collegamenti con la Croazia

PESCARA. «Pescara-Hvar-Spalato: dal 23 luglio, al 4 settembre 2011». La Snav ha già fissato sul suo sito Internet date e orari per riprendere i viaggi in Croazia. Ma il collegamento è ad alto rischio. La società chiede garanzie sul porto.

La compagnia marittima è in allarme per le condizioni critiche dello scalo di Pescara. Molto probabilmente il catamarano, con i fondali insabbiati, non riuscirebbe ad attraccare. Per questo, è stata spedita una lettera alla Direzione marittima e al provveditorato alle Opere pubbliche per avere delucidazioni sui lavori che, secondo quanto annunciato nei giorni scorsi, dovrebbero riprendere dalla prossima settimana, forse addirittura da lunedì. L'importo è di 1,9 milioni di euro. Si farà in tempo per l'estate a rendere di nuovo accessibile il porto? E' una corsa contro il tempo e in gioco c'è il futuro di Pescara. La città rischia di perdere l'unico collegamento rimasto con l'altra sponda dell'Adriatico, se il dragaggio promesso non dovesse finire in tempo.

Anche di questo si è parlato nell'incontro che il prefetto Vincenzo D'Antuono ha avuto ieri mattina con i delegati del Forum dell'economia e dello sviluppo. Erano presenti il presidente della Camera di commercio Daniele Becci, il responsabile della società marittima Sanmar Bruno Santori, gli imprenditori Sabatino Di Properzio e Francesco Scordella e il presidente delle Associazioni delle marinerie Mimmo Grosso.

La delegazione è andata da D'Antuono per illustrare la grave situazione del porto e per richiedere una serie di garanzie sul dragaggio. «Il prefetto ci ha riferito di aver contattato nei giorni scorsi il capo della Protezione civile Gabrielli», ha rivelato Santori, «e di aver saputo dell'ormai imminente assegnazione dei poteri speciali al commissario Adriano Goio per il porto di Pescara». Poteri speciali che dovrebbero consentire al delegato del governo di velocizzare l'iter per avviare subito la terza tranche di lavori di escavo dei fondali, per ulteriori 2 milioni.

I delegati del Forum hanno confermato al prefetto che l'economia che ruota attorno al porto di Pescara si è fermata da mesi. Alcune aziende stanno per chiudere, altre hanno licenziato alcuni dipendenti. «I danni stimati per difetto per il porto inaccessibile», ha detto Santori, «ammontano a circa 12 milioni di euro, senza considerare l'indotto». E ora potrebbe subire un duro colpo anche il turismo.

Intanto, gli operatori chiedono misure per risolvere definitivamente i problemi dello scalo. La soluzione è stata trovata da tempo ed è contenuta nel piano regolatore portuale, fermo da mesi in Regione: c'è un progetto di spostamento verso destra della canna terminale dello scalo per consentire al fiume di defluire meglio, evitando così l'insabbiamento. «Ma se il prg non verrà approvato, i finanziamenti non arriveranno mai», ha avvertito Santori.

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