È morto ma cambia fornitore della luce: scoperta la truffa a Teramo

22 Giugno 2016

Recapitata ai congiunti una stipula intestata a un uomo defunto da 8 anni. L’associazione Robin Hood: diversi casi in provincia

TERAMO. L’esistenza dell’aldilà è uno dei grandi temi dibattuti nel corso dei secoli. Qualsiasi sia l’orientamento di ognuno, una cosa è certa: mai nessun trapassato all’altro mondo è mai tornato per firmare un contratto. Finora. Perchè a Colledara un caso del genere è accaduto. G.D.C. è morto nel 2008 ma risulta aver sottoscritto un contratto per una nuova fornitura di luce e gas con la Green Network nel maggio 2016.

A raccontare la storia dai risvolti ultraterreni è Pasquale Di Ferdinando, responsabile dell’associazione consumatori “Robin Hood”. A lui si sono rivolti i parenti del defunto, stupiti dell’esistenza di un contratto intestato a chi, purtroppo, non c’è più da 8 anni. Non solo, il contratto sarebbe stato stipulato per un’abitazione che la famiglia ha lasciato da anni, dopo la morte del congiunto. «E’ evidente la fraudolenza del contratto», spiega Di Ferdinando, «diversi operatori spiegano che ci sono agenti che vanno via dalle società più disparate e si portano dietro delle liste di nomi e indirizzi. E poi le usano nella nuova attività in cui vendono i contratti di queste compagnie, per incassare la commissione. In effetti risulta dalla nostra esperienza che solo il 10-15% di coloro che si ritrovano intestatari a propria insaputa di un contratto di fornitura fanno ricorso: il resto subisce. In questo caso i parenti si sono visti arrivare a casa il contratto intestato a un defunto e si sono rivolti alla nostra associazione. E sono stati anche fortunati perchè il postino sapeva che si erano trasferiti e dove: altrimenti sarebbero potute anche arrivare fatture su consumi presunti». Di Pasquale cita la delibera 153 del 2012 dell’Autorità per l’energia, il gas e le risorse idriche: «Se c’è un contratto con caratteristiche di fraudolenza, il ripristino della vecchia utenza è a carico dell’operatore. E se si fa ricorso non si dovrebbero pagare i consumi, o solo in misura ridotta. Noi abbiamo presentato reclamo, chiedendo il ripristino della situazione precedente». Il responsabile di “Robin Hood” parla di diversi casi del genere segnalati in tutta la provincia.

Un’altra serie di problemi riguarda l’Enel. «In alcuni casi propongono contratti con una fornitura di luci a led, l’assicurazione per la casa e a volte anche l’utenza telefonica, ma il consumatore non se ne accorge. E’ il caso di una signora che ha una pensione sociale e vive in una casa Ater che si è vista recapitare una fattura da 500 euro per una fornitura di luci a led, che non sapeva nemmeno cosa fossero. Il problema che è fra spedizione indietro della merce e raccomandate varie si spendono soldi che non tutti hanno. Sono state fatte black list per chi è moroso: bisognerebbe farle anche per gli agenti senza scrupoli».

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