Braga in crisi, scende in piazza la protesta di docenti e giovani musicisti teramani

Il caso-Braga non è risolto, nonostante la buona volontà della nuova gestione e il miraggio della statizzazione dopo l a nomina del nuovo direttore dell’istituto musicale teramano. Così docenti e...
Il caso-Braga non è risolto, nonostante la buona volontà della nuova gestione e il miraggio della statizzazione dopo l a nomina del nuovo direttore dell’istituto musicale teramano. Così docenti e studenti, un piccolo esercito che supera le 600 persone, sono pronti a scendere in piazza per proteste che vengono annunciate clamorose. Più che slogan e striscioni, i musicisti teramani suoneranno tromba e clarinetti. Sarà probabilmente una mega orchestra itinerante capace di far sentire le proprie note fino ai piani alti dei palazzi che contano (poco?).
Ci riferiamo agli enti locali che dovrebbero rifinanziare il Braga: la Regione, la Provincia di Teramo, i Comuni di Teramo e Giulianova e la Fondazione Tercas. Con i rappresentanti di questi enti si è già incontrato il presidente del Cda del Braga, il professor Luciano D’Amico, per il quale è imminente la nomina a rettore dell’Università di Teramo. Ma per ora le risposte sono state infruttuose. Così ieri pomeriggio si è svolta una riunione a Santa Maria a Bitetto per pianificare la “protesta delle trombe” che sarà una sorta di crescendo rossiniano. Partirà da Fecebook, coinvolgerà docenti (200), quindi studenti (400) e infine anche le famiglie dei primi e dei secondi. Ed entrerà nel vivo con una serie di concerti, manifestazioni musicali di alto spessore, per richiamare l’attenzione dei teramani sul caso-Braga, il conservatorio che rischia di svanire se presto non arriveranno soldi per gli stipendi, l’attività didattica e la ristrutturazione della sede di piazza Verdi. Finora si è visto davvero poco da parte della politica. Soprattutto da quei parlamentari abruzzesi relatori della legge di stabilità che avrebbero potuto sponsorizzare la statizzazione. Ma non l’hanno fatto. (l.c.)

