Campli, arriva in ambulanza per firmare l’accordo che salva 21 dipendenti

8 Maggio 2013

L’imprenditore malato a causa di una grave patologia progressiva, si è fatto portare in azienda per firmare la cassa integrazione straordinaria per la Cmt. Assente la Direzione del lavoro

CAMPLI. La sua storia ha fatto commuovere tutto l’Abruzzo. A molti ha trasmesso la voglia di sperare nel futuro. Cosa preziosa, di questi tempi.

Ieri Vittorio D’Ottavi, proprietario della Dmt è arrivato nella sua azienda di Floriano in ambulanza. L’imprenditore 61enne è infatti malato della sindrome dell’uomo rigido, una grave patologia progressiva. Ma ha voluto esserci alla firma della cassa integrazione straordinaria per i suoi 21 dipendenti. Un anno di tregua in cui conta, con il figlio Marco, di risollevare le sorti dell’azienda di circuiti stampati. «Non molliamo», ha commentato, «avrei potuto farlo in più occasioni, ad esempio quando l’alluvione del 2011 ha spazzato via il depuratore. Dotare l’azienda di uno nuovo è costato 660mila euro, solo a metà coperti dall’assicurazione». Oppure quando gli hanno diagnosticato una sindrome rarissima e incurabile. «Ma stringiamo i denti, anche per non lasciare persone con cui convivo da anni, i miei dipendenti, in mezzo a una strada. Molti hanno ancora i mutui da pagare». D’Ottavi ha chiesto la collaborazione delle istituzioni. L’ha chiesta intanto a nome di tutte le piccole aziende, che sono quelle che hanno più bisogno di supporto ma sono quelle dimenticate. E poi l’ha chiesta perchè ieri la firma della Cigs si tenesse in azienda, invece che in Provincia come di consueto, perchè non si muove agevolmente. Ma non tutti hanno risposto all’appello.

«Abbiamo firmato un accordo per una cassa integrazione per 12 mesi», spiega Antonio Liberatori segretario della Fim Cisl, presente in azienda con la Fiom Cgil, «con la speranza che a settembre-ottobre ci sia una svolta, considerando che l'azienda nonostante le difficoltà continua a fare investimenti ben visibili. L'unica nota negativa è che avevamo chiesto alle istituzioni di fare l'accordo per la Cigs in azienda: la Provincia era presente ma la direzione provinciale del lavoro non ha accolto la proposta. Questo dimostra la sensibilità di certi enti per le richieste che provengono dal territorio. Ci vorrà il parere della Dpl per il pagamento diretto dell’indennità, parere che di solito viene espresso contestualmente. Stavolta no perchè non si sono presentati. Eppure non era una sceneggiata, non bisognava commuovere nessuno, bisognava solo risolvere un problema. C'è chi viaggia in un'altra dimensione».

Il sindacalista parla di un’azienda che «seppur piccolina merita tutta l'attenzione, va in controtendenza: dopo l'alluvione avrebbe potuto chiudere e non l'ha fatto, si sono corciati le maniche e stanno investendo anche su altri macchinari per fare prodotti ancor più sofisticati. Si stanno muovendo fra 150 milioni di difficoltà ma loro cui credono e noi, con tutti i lavoratori, ci vogliamo credere insieme a loro». (a.f.)

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